Milano 18 Ottobre – Il Leoncavallo compie quarant’anni e fa festa. Quasi che l’illegalità, il malcostume, la supponenza siano “diritti” acquisiti da festeggiare. Il Leoncavallo, capostipite ed esempio dei tanti figli – Centri sociali che hanno copiato il modello, nel segno dell’arroganza e dell’impunità. Daniele Farina, una delle anime più rappresentative del centro sociale (riferisce il Corriere) non ricorda il numero degli sfratti annunciati e rinviati. «Saranno una sessantina. Ma del resto, oggi, davvero conta la cifra esatta?” No, non contano i tentativi di sgombero, forse, ma conta il numero delle occupazioni abusive, la sfida perpetrata per quarant’anni alla legalità, la convinzione di essere impuniti, l’intolleranza nei confronti della comunità circostante. Ma soprattutto conta l’ideologia violenta che anima i cosiddetti antagonisti, cresciuti e nutriti dall’odio contro la società costituita, contro il perbenismo…sempre contro, senza se e senza ma. Idealizzando comportamenti che vanno ben al di là del comune sentire, delle regole e del buon senso. Dicono che il Leoncavallo si è imborghesito, dicono che gli spazi sociali per i giovani sono una necessità, dicono di coprire un vuoto politico e amministrativo…resta comunque e inequivocabilmente la volontà di non rispettare le leggi, di occupare abusivamente spazi, di fare commercio senza pagare le tasse, di disturbare la quiete pubblica. Il loro slogan “Qui sono e qui resto” è la sintesi della loro arroganza e della loro sicurezza. Nella querelle infinita con il Comune e nonostante la protezione esplicita e datata di Pisapia, non c’è stata l’auspicata regolarizzazione. Ma Farina è ottimista e prevede che con la prossima amministrazione di sinistra, il progetto andrà in porto. Perché è ugualmente sicuro che vincerà ancora la sinistra, basta fare una campagna elettorale efficace, ponendo l’accento su temi sociologici giovanili, ragionando, insomma, sull’aria fritta, purchè giustifichi comportamenti per altri semplicemente inammissibili.
Il Leoncavallo festeggia. I milanesi un po’ meno.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano