Milano 27 Ottobre – Ciao, oscurità, vecchia amica…così inizia il capolavoro di Simon e Garfunkel “Sound of silence”
Ciao ad una ballata che racconta il suono del silenzio di un’umanità grigia, incolore, senza voce.
Ciao, dopo cinquant’anni, per parlare ancora e sempre di solitudine, di precarietà, di sofferenza.
Ciao, per dire che “il silenzio cresce come un cancro”, quando l’uomo non sa più ascoltare, non sa più amare. Quando accartoccia pensieri e desideri, quando sputa rabbia e delusione, quando pietrifica gesti e parole. In una società aliena, proiezione di una politica che si inginocchia al “neon” del profitto e dell’opportunismo, una luce che ha creato come fosse un Dio, per non vedere, per non sentire l’assordante voce di chi non ha voce. E l’incomunicabilità è l’abisso di chi non vuol capire, è la presenza di due mondi paralleli, è il fallimento di una civiltà
“ E nella luce fredda io vidi
diecimila persone, forse più.
Persone che parlavano senza dire nulla
persone che ascoltavano senza capire
persone che scrivevano canzoni che le voci non potevano cantare assieme”
E quel suono del silenzio diventa la lacerazione dell’anima, il grido della solitudine, il dolore dell’abbandono.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano