Milano 30 Ottobre – C’entra qualcosa il terminator anti troika Janis Varoufakis con Roberto Benigni? Un po’. Il Daily Telegraph ha rilanciato l’altro ieri una polemica che vuole Varoufakis, con una popolarità stellare come sfidante del gotha europeo, dedito a una carriera da oratore a cinque stelle, molto molto ben pagato per le sue partecipazioni. L’ex ministro ellenico l’ha presa come una sfida, e sul suo blog ha pubblicato la lista degli interventi tenuti qui e là per il mondo, in gran parte a costo zero. Al massimo, ma non sempre, si fa rimborsare l’aereo, rigorosamente in classe economica, o si avvale di cachet ridottissimi. Tranne che in due casi. Una conferenza in Singapore (28.800 euro) e la partecipazione a «Che tempo che fa» su Rai Tre, condotto da Fabio Fazio. Per quest’ultimo appuntamento a suo dire avrebbe ricevuto 24.000 euro netti per 22 minuti, lo scorso 27 settembre, più il volo in prima classe. Pensare che per partecipare a Question Time, sulla Bbc era bastato soltanto il rimborso del volo in economy. Idem per il forum Ambrosetti di Cernobbio, lo scorso 5 settembre. Addirittura, il 6 novembre prossimo, per una lezione davanti ai ragazzi della Bocconi non chiederà nemmeno la corresponsione del volo.
Immediato, scatta il fuoco di fila della politica. Dal leader della Lega Salvini al capogruppo di Forza Italia Renato Brunetta, da Flavio Tosi all’azzurra Mara Carfagna e a Gianfranco Librandi di Scelta Civica, è un coro che punta il dito contro lo «scandalo» e chiede spiegazioni alle governance dell’azienda. In serata, una nota di Viale Mazzini ha informato che Varoufakis «è stato contattato dalla società produttrice del programma Endemol, che ha la gestione diretta economica degli ospiti della trasmissione, all’interno di un plafond complessivo e concordato».
La polemica sui cachet degli ospiti in Rai, come gli onorari dei conduttori, è una tradizione. Un po’ come Sanremo. Non è un caso che proprio sugli ospiti al Festival si sono sempre concentrate aspre polemiche, tra leggende, smentite e voci di corridoio. Così per Conchita Wurst, la drag queen salita sul palco quest’anno, si parlò di 120 mila euro. Per Jennifer Lopez, nel 2010, si vociferò che la Rai avesse sborsato 350 mila euro, peraltro la popstar alloggiò a Montecarlo con un nutrito staff di 25 persone.
Dal canto al pugno. La cifra attribuita all’intervento di Mike Tyson, intervistato da Bonolis nel 2006, momento non proprio memorabile di Tv, fu di 90 mila euro. Roberto Benigni, nel 2009, fu alla prima puntata del Festival. Si parlò di uno scambio del comico con la Rai: la presenza all’Ariston in cambio di alcuni spot su Rai International per promuovere la sua tournèe mondiale su Dante e i diritti «home video» delle proprie apparizioni in Rai. Sempre Benigni l’anno scorso fu al centro di una mega polemica sul presunto cachet per lo show sui Dieci Comandamenti. I giornali parlarono di quattro milioni di euro, poi seccamente smentiti sia dal manager del diretto interessato che dalla Rai. La lista sarebbe molto più lunga, ma il nostro breve elenco conferma la legge: cambiano governi e cda, ma i super ospiti tornano sempre a casa con un grande sorriso.
Pietro De Leo (Il Tempo)
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