Milano 30 Ottobre – Siamo onesti, il focus dei media USA dopo il dibattito è stato la reazione, forte e determinata, dei candidati contro i media di sinistra. Il che ha un senso. Il partito sull’economia è granitico. Ed estremamente realista. Nonostante alcuni cronisti liberal che parlano di “situazione stabile”, la situazione economica Americana è sempre sull’orlo del baratro. E lo è oggi più che mai. È vero che Obama spende meno, oggi, di tutti i suoi predecessori. In percentuale. Su un PIL fortemente sospetto. Consentitemi, vi prego, un mini approfondimento. Il PIL, prodotto interno lordo, include anche la spesa pubblica. Per forza che il PIL cresce. Lo Stato spende. Il PIL cresce. Le uscite crescono, magari un po’ meno. Ed hop, magia! Inoltre, come sottolineano tutti, il problema è la mentalità che si genera. Se ogni aspirazione diventa un diritto, i soldi degli altri diventano il bersaglio preferito. Qui finisce l’economia, i Repubblicani vogliono tagliare le spese e tagliare le tasse. Vogliono che il Pil cammini sulle proprie gambe. Insomma, serata in cui i contenuti mostrano un partito unito, dopo il pollaio continuo, fisiologico in una gara tra più di una dozzina di candidati. Gli scontri ci sono stati, i moderatori li provocavano di proposito. In particolare è andata in onda la lotta tra Rubio e Bush. È la lotta tra il vecchio ed il nuovo, la lobby contro i grassroot, il movimento dal basso. Il ragazzo che ha dovuto pagarsi il debito universitario da solo, il simbolo di una nuova generazioni di sognatori Americani ha asfaltato il favorito. Che, a questo punto, dovrà spiegare ai suoi finanziatori da quale cilindro intenda tirare fuori la vittoria. I favoriti vanno tutti più o meno bene. Carson resiste, Trump non domina, ma la serata non era delle migliori. Insomma, grossi scossoni non se ne vedono.
Quello che si vede e si sente è l’insofferenza verso i media liberal che stanno fornendo il solito soccorso rosso ai democratici. Ted Cruz galvanizza le folle quando attacca la domanda del giornalista, facendo notare quanto ormai si parlasse dei candidati e non dei programmi. Ma il punto più alto lo tocca Chris Christie. Il cronista, raggiungendo vette inaccessibili persino a Gruber ed Annunziata, chiede al Governatore se secondo lui il Fantasy Football, equivalente Statunitense del nostro Fantacalcio, fosse assimilabile al gioco d’azzardo. La risposta è fulminante: abbiamo 18 trilioni di debito, l’Isis in Medio Oriente, una situazione economica delicata ed io dovrei rispondere a queste idiozie? La netta impressione è che ormai il partito, al netto degli scontri fisiologici, si stia ricompattando su una visione economicamente e socialmente Conservatrice, con qualche sfumatura qua e là, ma pur sempre molto meno variegata dello scontro tra Bernie Sanders ed Hillary Clinton in casa democratica.
Dopo questo dibattito le prime posizioni nelle file Repubblicane sono occupate da Trump, Carson, Fiorina e Rubio. Primo delle seconde file Cruz Che totalizzano due Latini, una Italo-americana, un nero ed un solo Wasp. Ma tutti, fieramente, ancorati ai principi che hanno fondato e reso grande l’America. Libertà. Proprietà e Vita. E tutto, pensate, senza creare corridoi umanitari, senza 35 euro al giorno, senza campi profughi e mettendo sempre più in discussione lo Ius Soli. God bless America!

Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,