Fallisce il piano di Marino di tenere in ostaggio il Giubileo

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Milano 31 Ottobre – Tempo. Solo questo serviva al Marziano. Tempo e Fedeltà delle sue truppe. Non ha ottenuto nessuno dei due ed oggi si chiude la sua storia. Che però poteva andare in modo molto diverso. Partiamo da un punto molto importante. Qui la democrazia non c’entra nulla. Fra sei mesi si rivota, il fatto che il Sindaco che vi siete scelti non abbia la maggioranza che gli avete dato vi dovrebbe portare a farvi delle domande. Del tipo “a cosa stavo pensando quando ho messo la crocetta sul simbolo del PD?”. La grande fuga è iniziata e finita al Nazareno. Le opposizioni, cavallerescamente, non hanno infierito su un cadavere. I cinque dimissionari che vengono dal centrodestra hanno solo certificato lo stato di morte cerebrale del paziente. No, il vero problema era amministrativo. Ed aveva un nome. Giubileo. Ci ha provato, il Marziano, a sequestrarlo.  Ad occupare manu militari il Campidoglio fino a quando il prezzo per spodestarlo dal suo scranno sarebbe stato troppo alto. Ovvero, quando sparare su Marino sarebbe stato sparare sul Giubileo. Il piano era semplice. Domani si andava in aula, fallendo al raccolta firme per le sue dimissioni. Lui spiegava chiaro e semplice a tutti che se gli facevano gestire, di facciata, il Giubileo, dopo se ne sarebbe andato. Da solo. Per davvero. Però non dovevano fare scherzi, giù le pistole e sappiate che ho vinto io. Sono sopravvissuto alle vostre artiglierie, non provate ad usare il veleno perchè, in fondo, a me del Giubileo non frega nulla e farlo saltare non mi costa nulla. Finalmente Marino avrebbe mostrato al Mondo che sa come si sta al mondo. Salvo due piccolissimi dettagli. Gli servivano truppe fedeli ed una via d’uscita. Lui credeva di avere le prime. E stava studiando, con calma, la seconda. Troppa calma.

Tempo e fedeltà. Si sono intrecciati più volte nella storia del Campidoglio. Ma la seconda ha un prezzo. Marino non se la poteva permettere sin dall’inizio, siamo onesti. Però poteva giocare sul fatto che chiunque firmasse le dimissioni, senza la massa critica, rinunciava a poltrona e stipendio. Doveva essere fulmineo. Mostrarsi guascone. Fare il Renzi del Tirreno. Ma gliene è mancata la determinazione. Che poi, a voler essere cinici, è il motivo per cui siamo qui a discuterne. All’uomo manca il nerbo. Guardate come ha gestito l’accusa sugli scontrini. La stessa, identica mossa a Renzi. Il premier ha riso in faccia ai cronisti. Lui ha risposto. Rispondendo ha mostrato il fianco. Ed a quello si sono aggrappati tutti come squali. Tutto questo per dire che la Fedeltà ad un uomo del genere era impossibile. Non nascondiamoci dietro un dito, può fare anche simpatia il  Donchisciotte che carica il mulino a vento, ma non ha politicamente senso. In sette ore di riunione il Pd deve aver sistemato chiunque dei 19 kamikaze. Ovviamente tutti negano. Ma in un partito che controlla tutto dalla Regione al Governo, i martiri riceveranno, è probabile, tutti qualcosa. A quel punto siamo passati dalla tragedia al processo notarile. Si sbaracca. Ci si rivedrà sul campo dell’onore.

Così passa la gloria del Mondo e dell’Immondo, passando per il Mondo di Mezzo di Mafia Capitale, che Marino ha sempre combattuto. Una volta che se ne accorto. Cioè dopo che l’avevano sconfitta altri.

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