Milano 1 Novembre – Ammazzato come un cane per aver assistito a una lite fra ubriachi. Forse per aver tentato di dividerli. E’ in carcere dalla notte scorsa il presunto assassino di Gianfranco Ambrosoni, l’operaio 53 enne di Bussero freddato l’altra sera per strada da sei proiettili calibro 7,65. Si chiama Salvatore Empoli, 44 anni, originario del Materano ma residente anche lui a Bussero, e, ciò che sconvolge,vigile urbano in forze da 5 anni al Comando della Polizia Locale di Segrate.
Agente-Rambo, con la passione della divisa, delle armi, del distintivo e dell’alcol: avrebbe sparato a Ambrosoni, per lui poco più che semplice conoscente, in preda ad alcol e sostanze. Ma molti dettagli mancano, in primis uno straccio di vero movente. L’arrestato è in cella, e di lui si occupa il pm Maurizio Ascione, titolare del caso. I carabinieri, al lavoro sul campo per 24 ore filate, mantengono in parte il riserbo.
Caso risolto dagli inquirenti nel giro di poche ore. Erano le 22 passate da poco quando, l’altra sera, quando sono stato esplosi in mezzo alla strada sei colpi all’indirizzo di Gianfranco Ambrosoni, operaio, separato e padre, qualche trascorso con le droghe, nessun precedente penale. Una persona perbene, dicono tutti. Un padre di famiglia, che aveva passato brutti momenti (separazione, un lungo periodo senza lavoro), e faticosamente si stava rialzando. Eppure, tutto, in un primo momento, ha fatto pensare ad un agguato malavitoso: i colpi esplosi da un’auto, l’uomo ferito che cerca di scappare, gli ultimi colpi a freddarlo, già a terra agonizzante.
A quell’ora, lungo il corso Europa, su cui si affacciano case e parchi, camminavano tanti ragazzi. Passeggiate e ritrovi del venerdì sera. Qualcuno di loro avrebbe assistito almeno a una parte della sequenza. Annotato mentalmente modello e forse targa dell’auto in fuga. Poi il lungo lavoro degli inquirenti, i carabinieri di Cassano d’Adda e di Monza, e la ricostruzione del puzzle.
Mentre il corpo dell’ammazzato veniva trasferito a Milano, a disposizione del medico legale, i militari già bussavano alla porta di Empoli, il vigile urbano-Rambo. «Prepotente, pieno di sè. – così i paesani – Non perdeva occasione di mostrare la pistola, o il distintivo. Li aveva sempre in mano». Di pistole, a casa, Empoli ne aveva tre, regolarmente denunciate per uso privato. Fra queste la semiautomatica North American Arms presumibilmente usata per l’esecuzione.
L’altra sera, davanti a un bar vicino alla stazione della metropolitana, l’alterco violento fra Empoli e uno sconosciuto: tutti e due, racconta chi c’era, ubriachi fradici. I motivi, ignoti. Poco lontano Gianfranco Ambrosoni, seduto in disparte, con una birra in mano, presa al bar sotto i portici pochi istanti prima della chiusura. «Lui non c’entrava niente, niente«, così, sconvolti, gli amici. Forse la vittima ha cercato di avvicinare i due, di richiamarli alla calma. Poi l’incredibile. Empoli che torna a casa di corsa, in preda a una folle furia, per prendere una delle sue pistole. Abita poco lontano dal bar.
Sulla via del ritorno, l’incrocio con l’auto di Ambrosoni, a sua volta venuto via dal locale. E gli spari: uno, due, tre, sei. «Ha ammazzato la prima persona che si è trovato davanti – così un amico della vittima – .Avesse trovato me, avrebbe sparato a me. E poteva ammazzare uno qualsiasi dei ragazzini sul viale».
Costernato Curzio Rusnati, il sindaco. «Amareggiato, profondamente, per la fine di un mio cittadino. Orgoglioso dei cittadini che hanno subito collaborato, e delle forze dell’ordine che hanno operato così velocemente e brillantemente. Sullo sparatore, se ne verrà confermata l’identità, che posso dire: un tutore dell’ordine, un agente di polizia locale. Siamo al di là di quanto si potesse immaginare».
Nel passato di Empoli qualche precedente: nel 1995 una denuncia in materia di stupefacenti e nel 2003 una per guida in stato di ebbrezza. Solo pochi mesi fa, con la divisa di vigile già indosso, un episodio imbarazzante, quando lo avevano trovato in stazione centrale ubriaco fradicio. Sino a nuovo ordine, tuttavia, resta formalmente in servizio.
Monica Autunno (Il Giorno)
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