Milano 1 Novembre – La “Cena del Decennale dei Poliambulatori” che si è tenuta giovedì 29 nella prestigiosa sala del “Ballo delle debuttanti” della Scuola Militare Teulié, aveva come tema “Mission Impossible”. “L’iniziativa”, recita l’invito stilato dal dr. Montaperto, Direttore Medico del Presidio Territoriale dei Poliambulatori di Milano, “parte per festeggiare i quasi dieci anni della costituzione dei Poliambulatori di Milano dove ci hanno visti impegnati su vari progetti e iniziative che abbiamo portato a buon fine”, rammentandocene alcune come Saint Bon e l’Ospedale Militare, “Ambulatori Aperti”, “Rugabella EXPO”, diversi Progetti di Ricerca, Tesi di Laurea,Touring con MMG e nuovi Ambulatori Infermieristici.
Durante la cena, le parti sul podio si alternano partendo dal benvenuto, ai circa 170 commensali, dello stesso Montaperto, al Colonnello Violante che ci racconta qualche chicca sulla caserma di cui siamo ospiti. Seguono Altitonante e Rizzi, Consiglieri Regionali, che palesano la partecipazione di Regione Lombardia al progetto, con l’appoggio del Presidente Roberto Maroni.
Tra un primo succulento e un secondo raffinato, nella sua parte di “direttore d’orchestra”, Montaperto ci fa partecipi dell’importantissimo ruolo che svolgono i Poliambulatori sul territorio Milanese sia per i cittadini sia per gli operatori sanitari, tecnici e amministrativi che li rendono funzionali. Gli 850mila accessi l’anno, rendono sicuramente l’idea di quanti cittadini sentano il bisogno e la sicurezza di dover trovare sul proprio territorio strutture adeguate e con tipologie d’accesso facilitate. Ben 22 strutture, con oltre 520 ambulatori, sparse su Milano danno al cittadino più possibilità di diagnosi precoci e terapie immediate. Tutto questo è reso possibile soprattutto dagli oltre 350 medici, di 24 specialità diverse, con al seguito circa 200 infermieri.
Allora cosa manca ancora? Perchè si rende necessario chiedere un distaccamento dai diversi presidi ospedalieri?
Per una questione di Identità. “Chiediamo il rispetto della nostra identità” riferito a chi lavora nei poliambulatori “perchè gli specialisti e i professionisti non sono una forma professionale di seconda categoria, da noi il paziente è curato da un medico che lo conosce da tempo permettendo così una terapia personalizzata. Siamo il generale riferimento milanese per tutti i malati affetti da patologie curabili ambulatorialmente fornendo risposte sanitarie, nel 98% dei casi, entro i tempi d’attesa stabiliti dalla Regione.”
Per una questione di Unitarietà. “Il paziente che entra in uno dei nostri ambulatori, trova medici e infermieri che appartengono alla stessa organizzazione dove hanno seguito gli stessi percorsi formativi; gli stessi professionisti sanno di appartenere a una grande e importante organizzazione e la cui Unità Operativa è costituita dall’intero territorio”
Per una questione di Autonomia. “L’accorpamento dei vari ambulatori agli ospedali avvenuta dal 1998 al 2006 è risultata fallimentare per diversi aspetti. L’intervento della Regione, nel 2006, di accorpare tutte le strutture ambulatoriali a un unico ente ospedaliero, ha sicuramente migliorato alcuni ambiti ma non sufficientemente per rendere un servizio ottimale sul territorio. Per autonomia non intendiamo indipendenza auto referenziata, ma la costituzione di un soggetto di Diritto Pubblico, con autonomo bilancio e obbiettivi specifici assegnati dalla Direzione Generale Sanità, in modo da non essere penalizzati dall’appartenere a una Azienda Ospedaliera che vede i Poliambulatori di Milano come costi di disavanzo e con esigenze secondarie rispetto agli ospedali da cui è composta. Inoltre, l’autonomia consentirebbe la definizione di una struttura amministrativa snella, efficiente, competente e specificatamente costituita per gestire con professionalità l’accoglienza e la gestione del personale.”
Rispetto alla potenziale probabilità di disgregare nuovamente i Poliambulatori per appiopparli a diverse entità ospedaliere, come si è sentito sussurrare in Regione, il progetto di Montaperto è sicuramente un atto coraggioso che denota memoria, rispetto al fallimento precedente, e buona volontà di risollevare un servizio che va a vantaggio sia dei cittadini, punto cardine a volte dimenticato dai nostri amministratori politici, sia dei professionisti che vi operano affinchè possa essere efficiente come è stato in questi ultimi anni. Ma non dimentichiamoci che un miglior servizio ambulatoriale gestirebbe anche situazioni che di solito finiscono con codice bianco o verde in Pronto Soccorso dove invece è necessario rendere più agevole l’accesso a quello giallo e quello rosso.
Un personale in bocca al lupo a tutto lo staff di questa Mission Impossible.