Milano 5 Novembre – Dello scandalo sulle rivelazioni dei corvi, versione “due la vendetta”, è stato detto molto. Scritto un sacco. Ma ci si è riflettuto poco. Soprattutto sui dettagli. Per esempio, esiste un qualche particolare motivo per cui il Vaticano dovrebbe preoccuparsi se i suoi negozi fatturano qualche milione impedendo che lo Stato Italiano, lo stesso che finanzia con quei soldi l’aborto, ci lucri sopra e tasse? O anche, quale dovrebbe essere il problema se un ente caritatevole diversifica i suoi investimenti per includere degli immobili con cui far cassa nei tempi più bui? In sostanza, il problema più profondo è quanto realismo si vuole usare per gestire la casa di Pietro. Ma, ancora più a fondo, ci dobbiamo domandare quanta ideologia stiano applicando i vari Marx e Kasper, nel tentativo di guidare la barca di Pietro verso porti ignoti. Facciamo un passo indietro, partendo da un’analisi dell’Huffinghton Post. Pell si contrappone a Marx nella visione complessiva. Pell è un pragmatico, ritiene che il Patrimonio Vaticano debba generare utili che vanno investiti nella cura delle anime. I poveri devono mangiare, ma devono farlo sempre. Non solo quando le questue vanno bene. Per questo si deve pianificare anche la gestione degli anni di magra. Il cardinale Marx, d’altronde, sostiene la linea Papale della trasparenza assoluta. Se il vaticano deve essere una casa di vetro si deve evitare l’invidia. Quindi tutti gli investimenti devono essere politicamente corretti. Per cui il suddetto ente previdenziale deve evitare gli investimenti lucrativi di lungo periodo se non sono abbastanza radical chic. Di più, le perdite sono accettabilissime. Sono forse anche desiderabili. Perchè, in fondo, che il povero stia bene è del tutto secondario. Basta che i Cardinali siano poveri. Quindi non vadano premiati se fanno bene. Mentre se tutto ciò che è custodito nelle mura Leonine andasse in malora, probabilmente, gioirebbero.
Intendiamoci, l’economia non è un fine, checché le oche del Campidoglio starnazzino. È solo un mezzo, l’ancella della teologia Pell vuole altri duemila anni di Chiesa. E per farla resistere così tanto vuole che abbia mura solide. Marx, invece, vuole una Chiesa liquida. Lo si è visto con il Sinodo, dopotutto. Una Chiesa che arriva ovunque non ha strutture. Né teologiche né di altro tipo. Non che come modello sia così di successo, però piace così tanto a sinistra. Negli ambienti rarefatti. Dove i Corvi non volano, avvelenati da mani sapienti. Spingendo i neri uccelli a migrare sulle mura che Pell sta ricostruendo con fatica estrema. E sparare quantità immense di guano, prontamente raccolte dai media di sinistra. La tattica è sempre la stessa. Dentro ci sono dei pauperisti che proprio non riescono a vedere come la loro sia ideologia, non pietà. Fuori ci sono altri ideologi, che della pietà se ne fregano, ma colgono ogni debolezza per demolire la Chiesa.
In mezzo, il Popolo di Dio. Che purtroppo non riesce a resistere ad una atavica invidia, che nutre i corvi, avvelena quelli troppo curiosi e seleziona i depositi di guano.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,