Milano 7 Novembre – Renzi non mi sta particolarmente simpatico. Però se fa qualcosa di giusto sarebbe stupido negarlo. Quando ha elevato la soglia della rilevanza penale per l’evasione di IVA e ritenute, per esempio, ha fatto una cosa giusta. Direi di più. Ha fatto una cosa liberale. Iniziamo subito a smentire l’obiezione principe. Quella dei 60 miliardi di evasione è una bufala. Lo dice la Corte dei Conti. È che fin da subito, per una perversa macchina giornalistica, il “non è possibile che siano 60 miliardi” è diventato “è possibile siano 60 miliardi”, da lì in poi la cosa ha preso una vita autonoma e ha continuato a crescere, come un cancro che nessuno vuole realmente combattere. Nessuno sa quanto sia l’evasione. Di certo sappiamo che quella totale è un’invenzione. La gente che dichiara zero ancora compra e consuma e facendolo paga l’Iva.
Ma non divaghiamo, ci sono 9000 accusati in Italia. 9000 persone che, se condannate, non solo dovranno essere spellate vive dal fisco, ma rischiano anche la galera. O meglio, rischiavano. Oggi verranno solo spellate vive. Mi ricorda molto il sistema penale Saudita, dove dopo la prigione ci sono le nerbate. La differenza principale è questa: in Arabia Saudita lo Stato non perde in più di metà dei giudizi. Nel tributario, lo Stato Italiano perde più di quanto vince. Quindi dei 9000 di cui sopra, abbiamo almeno 4.500/5.000 casi in cui il processo non doveva nemmeno iniziare. E per cui, semmai, andrebbero indagati gli inquisitori. Poi ci sono gli altri. Quelli che hanno evaso. Qualcuno li vorrebbe in galera, tutti a prescindere. Fateci caso, di solito a chiederlo sono pensionati e statali. Loro hanno ragione, in effetti. Loro sono le tasse. Se chi produce davvero, gli unici che possono anche evadere, cominciasse a stufarsi di pagare, loro improvvisamente si ritroverebbero sul lastrico. Che triste sorte. Proprio oggi leggo che la sede di rappresentanza di Roma della Regione Sicilia scoppia, perchè vi hanno assegnato anche i testimoni di giustizia che in Sicilia non possono restare. Ricapitoliamo. Per qualche oscuro motivo la Regione Sicilia ha una sede di rappresentanza a Roma. Per qualche oscuro motivo una delle Regioni più dissestate d’Italia fa il lavoro del ministero della Giustizia. Per qualche chiarissima ragione lo fa male. Molto male. Vi sfugge il nesso tra le due cose?
Vi sfugge il nesso tra una storia, quella dei testimoni di giustizia, che la responsabile della rappresentanza Siciliana chiude con un “bella idea, ma molto complicata da realizzare” e 4000 persone che dovendo scegliere se pagare lo Stato o il proprio lavoro hanno scelto il proprio lavoro? 4000 persone che la propaganda di regime chiama “parassiti”, mentre chiama “lavoratori socialmente utili” dei signori pagati per fare lavori di dubbia utilità? E tutto coi soldi dei primi? Se continua a sfuggirvi, ho un modesto suggerimento: provate a considerare il fatto che quei 4000 verranno svenati. In due tempi. Il primo è quando pagheranno un avvocato. Il secondo è quando lo Stato gli strapperà di dosso ogni euro che riuscirà a trovare. Mentre dal procedimento penale, alla peggio, sarebbero usciti con una condanna sospesa per la condizionale. Alla meglio prescritti. Ma a cosa serve, esattamente, quella gogna? Ad una cosa. A placare l’istinto vendicativo, straccione e privo di compassione di un popolo di schiavi che chiede la morte per i fuggitivi. La cui maggior brama non è la libertà, ma l’uguaglianza della sofferenza. Questo popolo, che odia chi si difende dai ladri, sia pubblici che privati, vuole vedere l’umiliazione di chi produce. Non si commuove alla vista dei suicidi. Questo popolo chiede il sangue.
Solo un’ultima nota. Questo popolo non è il popolo Italiano. E’ la sinistra. Non gettiamo il bambino con l’acqua sporca.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,