Milano 9 Novembre – Sul portafoglio di ogni italiano ogni anno gravano ben cento tasse che valgono circa 8 mila euro. Se a queste si aggiungono i contributi previdenziali la zavorra che sale a 12mila. La Cgia di Mestre ha stilato un lungo elenco di voci che include addizionali, accise, imposte, sovraimposte, tributi, ritenute. E si scopre che paghiamo anche una tassa sui rumori degli aerei e sui sacchetti di plastica non biodegradabili. A pesare di più sulle tasche sono Irpef e Iva che da sole danno più della metà del gettito (il 53,1%). Dall’Irpef arrivano allo Stato oltre 161 miliardi di euro (il 33,2% ovvero un terzo del gettito) mentre dalla seconda 97 miliardi di euro (19,9% del gettito). Il sistema tributario, così come emerge dalla fotografia della Cgia, è molto frammentato ma di contro il gettito è estremamente concentrato: le prime 10 imposte valgono 417,7 miliardi di euro e garantiscono l’86% del gettito tributario complessivo che nel 2014 si è attestato a 486,6 miliardi. Per le aziende le imposte che pesano di più sono l’Ires (Imposta sul reddito delle società), che nel 2014 ha dato un gettito di 31 miliardi e l’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) che ha assicurato 30,4 miliardi (di cui 20,9 miliardi dalle imprese e il restante dalle Pubbliche Amministrazioni).
Mentre i vari governi annunciavano il calo della pressione fiscale, le tasse aumentavano. Dallo studio della Cgia emerge che negli ultimi 20 anni le entrate tributarie pro-capite sono aumentate di 76 punti percentuali, molto più dell’inflazione che, invece, è salita del 47%. Risulta poi che la pressione tributaria in Italia (30,1%) è la terza più elevata dell’Area Euro dopo Finlandia e Belgio, superiore del 7% rispetto a quella tedesca (22,9%).
Scorrendo l’elenco delle tasse emergono alcune curiosità. L’imposta quella più elevata è l’Irpef; quella che paghiamo tutti i giorni è l’Iva; la più pagata dalle società è l’Ires. Le più stravaganti sono le imposte sugli spiriti (distillazione alcolici), quelle sui gas incondensabili e sulle riserve matematiche di assicurazione (tasse su accantonamenti obbligatori delle assicurazioni). Ci sono poi la tassa annuale sulla numerazione e bollatura di libri e registri contabili e, infine, tutte le sovraimposte di confine applicate dalla dogana vale a dire quelle sugli spiriti, sui fiammiferi, sui sacchetti di plastica non biodegradabili.
«Non se ne può più – sbotta un irato Flavio Tosi – questi dati sono inaccettabili». Il sindaco di Verona che è anche il fondatore e segretario del nuovo movimento politico «Fare! poi annuncia che il suo partito presenterà presto un disegno di legge per inserire in Costituzione un tetto massimo alla pressione fiscale.
Laura Della Pasqua (Il Tempo)
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