Perché un italiano di 72 anni, sfrattato, malato e senza reddito non ha diritto alla casa?

Fabrizio c'è Milano

Milano 10 Novembre – Quando ho incontrato il signor Ruggero e ho sentito la sua storia ho provato vergogna come rappresentante del Comune. Ho pensato a come è messa male la società italiana. Poi vedendo la dignità con cui Ruggero si rivolge a me e al Consigliere di Zona Raoul Bonomi anziché violare la legge, sfondare una porta e andare a occupare una casa popolare vuota, ho capito che esistono ancora dei valori per cui combattere.

Ruggero, 72 anni, ha lavorato una vita al mercato del pesce, ma il suo datore di lavoro non ha versato i contributi e oggi è senza pensione. Quando perde il lavoro dunque non riesce a pagare l’affitto e viene sfrattato. Va a vivere in auto in zona San Siro. È diabetico, si fa le insuline in auto ed è assistito dagli abitanti del quartiere che lo aiutano nelle sue necessità. Non dal Comune, cui chiede una casa da anni.

Già, dove è il Comune? Dove sono gli assistenti sociali? Il peggio però deve ancora venire. Nella città dove l’amministrazione di sinistra vuole assistere ogni minoranza etnica, religiosa, sessuale, nella Milano dove il Comune accetta senza reagire che 5000 alloggi popolari siano occupati da delinquenti ed extracomunitari senza diritto, nonostante ci siano 70.000 case popolari, si paghino tasse per un miliardo e 400 milioni l’anno, Ruggero, italiano e malato, non ha diritto a riceverne una.

Grazie al Consigliere della zona 7 Raoul Bonomi e alla sua “associazione dei cittadini”, Ruggero presenta domanda nel 2014 al Comune, sportello edilizia pubblica. Il mese scorso, dopo piu di un anno, la burocrazia risponde e presenta il suo conto. ” Caro sig Ruggero, Lei non vive in condizioni di sovraaffollamento (in auto !), non ha barriere architettoniche (in auto), quindi la sua domanda non raggiunge un punteggio tale da garantirle subito l’alloggio”. Comicità involontaria se non ci fosse di mezzo un uomo.

La nostra amministrazione insomma dopo aver speso 5 milioni per assistere i Rom, dopo aver accolto, sia pure temporaneamente, 64.000 migranti e profughi a 37 euro al giorno, dopo aver consentito ai centri sociali ogni tipo di occupazione, dopo aver consegnato ad associazioni politicamente contigue, centinaia di locali, fa la schizzinosa con un anziano italiano, che chissà quanti contributi Gescal per realizzare le case popolari avrà versato quando lavorava.

Stamattina scriverò all’Assessore Majorino affinche corregga la decisione dei suoi disumani burocrati. Non è bello dover sbattere le vicende delle persone deboli sotto gli occhi di tutti. Ma oggi, per aiutare Ruggero, che vive in auto a San Siro mentre nei palazzoni Aler attorno si sprecano donne col niqab e parabole sintonizzate su Al Jazira, la strada dell’indignazione popolare è l’unica da percorrere. Altri devono vergognarsi.

Fabrizio De Pasquale, Consigliere Comunale di Forza Italia

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