Milano 12 Novembre – Milano, una donna chic, con l’eleganza dell’austerità, la sobrietà della praticità, il sorriso dei parchi, la bellezza nascosta dei suoi vicoli, il romanticismo dell’acqua là, dove il Naviglio borbotta e ricorda gli splendori dei tramonti lunghi di luce, quando camminare era dolce come un gelato e la nebbia era un sogno da confidare alle stelle. Una donna che sapeva ascoltare che sapeva ridere che sapeva cantare. Fiera di un profumo che era ordine, pulizia, lavoro, responsabilità. E abbracciava col fare po’ burbero di chi non aveva tempo da perdere, i figli adottivi, i nipoti acquisiti: un’intera umanità che volesse amarla e imparare a vivere secondo le sue regole, le sue direttive. E non importava chi fossero e da dove venissero, erano figli da coccolare con la generosità del cuore.
Oggi Milano è una donna stracciona, ferita, violata, lacerata. Perché l’hanno derisa, stuprata, dimenticata. I figli venuti da lontano non hanno rispetto, hanno rubato la sua fierezza, hanno sputato sporcizia e disordine, hanno vomitato insulti e anarchia, hanno seminato criminalità e illegalità. Con la ribellione dell’ingratitudine, con l’ignoranza della presunzione, con l’inefficienza di un’amministrazione incapace, con l’ottusità di chi non capisce. Milano raccoglie i suoi stracci di periferia con le lacrime agli occhi bistrati e ben truccati per sembrare bella agli occhi del mondo. E piange per i monumenti imbrattati di ideologie false e stupide, per l’abbandono dei figli più veri. Là dove il buio non riesce a nascondere povertà e dolore, là dove tutto è stato dimenticato.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano