Milano 13 Novembre – Quattro cugini. Una ricca eredità. Una clausola bizzarra. Questi sono gli elementi sui quali si sviluppa la commedia in milanese “I eredi del zio d’America” messa in scena presso il salone parrocchiale Don Aiani di Figino (Milano) il 18 ottobre scorso dalla compagnia dialettale “L’è bel e fada” di Figino e riproposta al Teatro Caboto, via S. Caboto, 4 Milano il 14 e il 21 novembre alle ore 16.
La commedia, in tre atti, si svolge nel salotto della casa di due dei cugini Limonta, Elia e Abramo. Due scapoli diametralmente opposti per idee religiose e militanze politiche: Elia interpretato da Achille Cozzi, sfegatato comunista con immagini di Lenin e di Marx appese al muro e Abramo, impersonato da Marco Cozzi, timido e studioso timorato di Dio, deciso a farsi prete che prega in continuazione davanti a immagini di santi e di papi. Entrambi sono accuditi da una serva impicciona, la Pineta e dall’Anselmo “il portinari”.
All’interno del loro salotto si alternano gli altri personaggi: il terzo cugino maschio Giacobbe e la cugina Rachele, madre di Giuditta, quest’ultima interessata solo alla musica, ma “tirata semper in mezz senza il voré”; il ricchissimo ma tirchio Isacco Vismara, mentore di Abramo e padre di Sara, che si vuol fare suora e infine l’avvocato Grattoni “l’om de piccolissima percentual”.
La loro tranquilla vita di ricchi provinciali verrà sconvolta dal testamento lasciato dallo zio d’America – ben 300 milioni!- a patto che uno di loro si sposi e abbia un figlio maschio.
Una notizia che scatenerà l’avidità dei cugini Limonta che si troveranno a ribaltare il loro modo di pensare pur di accaparrarsi la ghiotta ricompensa.
Bravissimi gli attori non protagonisti sia nella recitazione che nella parlata in vernacolo. Impagabile la loro maestria nell’impersonare i personaggi, far trasparire i loro stati d’animo e attraverso la mimica il cambiamento repentino delle loro opinioni suscitando l’ilarità negli spettatori: il cugino sfegatato comunista Elia Limonta scapolo convinto che si trova a dover valutare all’improvviso ben due proposte di matrimonio, malgrado la sua poca avvenenza. Il cugino Abramo bello e giovane, timidissimo e desideroso di consacrarsi a Dio ma pronto ad accettare di sposarsi per il bene della famiglia, facilmente influenzabile dallo scaltro Isacco Vismara, impersonato da Pietro Pinardi, che pensa bene di proporgli in moglie la propria figlia e il cugino orbo e superstizioso, che calamita disgrazie e incidenti, Giacobbe Limonta, impersonato da Maurizio Locatelli, che tutti trattano con fastidio. Ammirevoli le attrici che impersonano le caricature femminili, la Pineta, impersonata da Nadia Baroni, serva impicciona senza peli sulla lingua, ma sempre pronta a farsi gli affari degli altri e a combattere per mantenere il dominio sulla casa e la cugina Rachele, impersonata da Nina Cafarelli manipolatrice e poco amorevole madre di Giuditta, che antepone sempre i propri interessi a quelli della figlia. Giuditta e Sara, rispettivamente impersonate da Marisa La Creca e da Barbara Sobacchi, ciascuna con la propria vocazione, ma pronte a rinunciarvi per obbedienza figliale.
E infine il “portinari” Anselmo, impersonato da Giuseppe Motrasi, e l’avvocato Grattoni, impersonato da Enrico Porta.
Tutti diretti magistralmente dal regista Bruno Volpon.
Una commedia leggera, divertente, che analizza in modo ironico di come il denaro possa influenzare le persone tanto da far cambiare loro radicalmente le convinzioni che hanno avuto per tutta la vita, perché è proprio vero come chiosa uno dei protagonisti “L’è propri vera che “i danè fann danà””.
Si potrà scoprire chi sarà il vincitore della disputa, e si accaparrerà la ghiotta eredità, durante le repliche in programma al Teatro Caboto, via S. Caboto 4, Milano il prossimo 14 e 21 novembre alle ore 16. Ingresso a pagamento.
Per informazioni e prenotazioni: Bruno 3356012598 – e-mailacsmfigino@virgilio.
Per Visualizzare La Locandina : locandina i eredi del zio d’AmericaTeatro Caboto pdf
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