Milano 13 Novembre – Con l’operazione «Talismano» il comando provinciale della guardia di finanza di Milano ha smantellato un’organizzazione dedita alla frode fiscale. L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Stefano Civardi, ha portato agli arresti domiciliari di tre personaggi definiti «di spicco» e al sequestro preventivo beni mobili e immobili in Lombardia e Piemonte per oltre 63 milioni di euro, pari all’evasione commessa, tra Ires e Iva. Sono stati segnalati all’autorità giudiziaria 65 soggetti responsabili di reati fiscali. I componenti della banda, avvalendosi di svariati passaggi fittizi di beni tra società intestate a prestanome, avevano creato un giro di false fatturazioni per operazioni inesistenti e avevano messo in piedi un articolato meccanismo per evadere le imposte dirette e l’Iva.
La frode carosello
Si tratta di una tipica «frode carosello», in cui alcune aziende comunitarie, le vere promotrici e beneficiarie della frode, risultano aver ceduto la merce a società esistenti solo di nome (le cosiddette «cartiere») con sede in Italia, intestate a prestanome. Queste aziende non hanno mai versato l’Iva, rivendendo i beni ad altre imprese-filtro (cosiddette «buffer»), sempre italiane, creando così un ulteriore schermo fiscale.
Vecchi componenti di computer
La particolarità del fenomeno messo in luce dai finanzieri è che la merce che veniva ceduta era, di fatto, non collocabile sul mercato: nelle casse c’erano componenti di computer, hardware e software, del tutto obsoleti, praticamente ferraglia inservibile e quindi di valore assolutamente irrisorio rispetto agli importi indicati in fattura. Le fiamme gialle hanno monitorato 61 aziende italiane, con sede soprattutto nel Nord Italia, e 13 aziende di altri Paesi europei, principalmente Repubblica Ceca e Slovacchia. (Corriere)
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