Uomini un po’ bastardi e donne nevrotiche, ecco le personalità che attraggono di più

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Milano 14 Novembre – Le donne sono attratte dai bad boys ed evitano i bravi ragazzi. Vi siete mai chiesti il perché? Gli esperti hanno trovato la risposta. Uno studio pubblicato su Scientific American ha dimostrato che le personalità deviate hanno più probabilità di attrarre il sesso opposto. Lo studio è stato effettuato su mille eterosessuali, uomini e donne, ognuno con diverse patologie psicologiche. I ricercatori hanno confrontato lo stato di sanità mentale di ciascun individuo con il numero di partner e figli avuti, la situazione socio-economica e il reddito.

Le persone con più partner sono risultate essere quelle considerate nevrotiche o impulsive. Questo a dimostrazione del fatto che questi tratti non vengono eliminati dalla selezione naturale, anzi, hanno maggiori probabilità di riprodursi e trasmettere i propri geni alle generazioni future. Rispetto a quelle più equilibrate, le persone ‘mentalmente deviate’ potrebbero conferire alla specie un vantaggio evolutivo.

I risultati hanno dimostrato che sia le donne che gli uomini spericolati e imprudenti attraggono più partner a breve termine. Per le relazioni di lunga durata hanno più successo gli uomini ossessivo-compulsivi . Ma non vale lo stesso per le donne. La tipologia femminile più adatta per queste relazioni sono le donne nevrotiche, ansiose, insicure e instabili.

Ma perché voler passare la vita con una persona psicologicamente deviata? Secondo i ricercatori, il successo delle nevrotiche sta nel fatto che coincidono meglio con lo stereotipo che gli uomini hanno delle donne. Queste compagne sono viste come più femminili. Quanto ai bad boys che attraggono tanto, le donne vedrebbero in loro uomini temerari e indipendenti. Questo le porta a pensare che abbiano le qualità necessarie per sopravvivere e non soffrire. Mentre gli ossessivi sono visti come dei potenziali partner a lungo termine per l’affidabilità e la sicurezza che ispirano.

Corinna E. Löckenhoff,  una psicologa della Cornell University non coinvolta nello studio, evidenzia i limiti di questo tipo di ricerca. “Gli intervistati – spiega – potrebbero aver mentito sul numero di partner per apparire più desiderabili. Questo potrebbe valere in particolar modo per coloro che sono portati a mentire dalle loro caratteristiche attitudinali”. Anche Alfonso Troisi, ricercatore dell’Università di Tor Vergata, è scettico riguardo lo studio. “Non esiste – aggiunge Troisi – un tipo ideale di personalità. La variazione di tratti psicologici riflette il normale processo di evoluzione della specie”. (Adnkronos)

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