Milano 17 Novembre – Una bici elettrica che non ha bisogno di batterie. Perché funziona grazie all’idrogeno. Per ora è solo un prototipo. Ma a Monaco di Baviera, nei laboratori di Ricerca e Sviluppo del gruppo Linde, un team di ingegneri è al lavoro giorno e notte per trasformare l’intuizione in realtà. E portarla sul mercato.
L’alternativa al litio
La bici, a pedalata assistita, in realtà esiste già. Almeno nella sua versione pilota. E si chiama H2 bike. H2, appunto, come la molecola dell’idrogeno. L’idea, in sè, è semplice: far incontrare l’idrogeno, stipato in una piccola bombola agganciata alla canna della bici, e l’ossigeno, presente nell’aria, per produrre elettricità. Mandando al contempo in pensione per sempre le vecchie — e inquinanti —batterie al litio. Zero emissioni e buona efficienza, dato che con una ricarica da 34 grammi di idrogeno si può raggiungere un’autonomia di cento chilometri. «Linde sta sperimentando nuove e non convenzionali idee per contribuire a diffondere la commercializzazione dell’idrogeno come tecnologia pulita — ha spiegato alla stampa tedesca Wolfgang Büchele, amministratore delegato del gruppo —. Con la H2 bike abbiamo dimostrato che i benefici della mobilità a idrogeno non sono ristretti alle auto, ma che le bici sono un’altra interessante applicazione».
La strategia di Linde
Il gruppo Linde (65 mila dipendenti e 17 miliardi di fatturato nel 2014) è da tempo attivo nel settore dell’idrogeno. Sia nella produzione sostenibile del gas, sia nella creazione di una rete di ricarica, rapida e sicura, che conta ormai un centinaio di stazioni in quindici paesi e un milione di ricariche già effettuate con successo. Il primo a poter provare la bici è stato il ministro del Trasporti tedesco, Alexander Dobrindt, a cui è stato regalato uno dei prototipi già realizzati. «L’obiettivo — ha proseguito Büchele — è trovare una valida alternativa all’utilizzo delle batterie al litio, che a fine vita comunque dovrebbero essere processate e trattate per non diventare rifiuti pericolosi».
Dalle quattro alle due ruote
Gli ingegneri di Linde hanno lavorato tre mesi per realizzare il prototipo, trasferendo le ricerche già a livello avanzato nel mondo dell’automotive a quello delle due ruote. «L’idrogeno — hanno spiegato gli ingegneri che hanno realizzato la H2 bike — può essere ottenuto attraverso l’elettrolisi dell’acqua utilizzandol’energia del vento o il biogas». Un procedimento che già avviene a Magonza, pochi chilometri a ovest di Francoforte, dove Linde e Siemens gestiscono insieme una centrale per la produzione di idrogeno da eolico da utilizzare come combustibile o per stoccare l’energia in eccesso proveniente dalle vicine centrali eoliche.
(mdelbarba@corriere.it)
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