Milano 18 Novembre – Storie di bambini traumatizzati, storie di ordinaria violenza, storie che incidono per sempre sul loro sviluppo futuro. E nessuno si chiede quali ripercussioni, quali ferite, quale sconquasso nell’anima di un bimbo può suscitare la violenza familiare. E quale uomo sarà, quando sarà adulto, dopo aver visto e subito la tragedia di violenze continue. Come maturerà il senso del giusto e dell’ingiusto, del bene e del male, del rispetto, della tolleranza.
L’ennesimo fatto di cronaca vede un bambino protagonista che grida “Nonna sta succedendo una cosa brutta” E c’è implicito un giudizio nei confronti del padre, un desiderio di porre fine allo scempio. I fatti sono raccontati dal Corriere: “Un 40enne incensurato italiano, che picchiava abitualmente la moglie 38enne, è stato arrestato dopo una chiamata fatta dal figlio di 7 anni. Il fatto è accaduto lunedì sera in via Padre Pier Luigi Monti, al quartiere Ca’ Granda. In casa, intorno alle 19.30, c’erano i due figli più piccoli della coppia, uno di 2 e uno di 7 anni; il maggiore, di 16 anni, vive dalla nonna materna per dissidi con i genitori. E appunto alla nonna si è rivolto il bambino di 7 anni: l’ha chiamata al cellulare dicendo «nonna aiuto, sta succedendo una cosa brutta». Il padre stava picchiando per l’ennesima volta la moglie. La nonna ha chiamato il 112 e sul posto è intervenuta la polizia. La vittima non aveva mai denunciato il marito, nonostante entrambi fossero seguiti dal Centro psicosociale del Comune (Cps). Giunti sul posto, gli agenti hanno arrestato l’uomo. La donna ha riferito di continue violenze, mai denunciate, ed è stata soccorsa in codice verde all’ospedale Policlinico.”
Bambini vittime dell’egoismo e dell’irrazionalità degli adulti. Bambini a cui viene negato la serenità dei gesti, l’amore incondizionato che meritano, il rispetto per un’infanzia felice.