Milano 18 Novembre – Quando si dice inciviltà, menefreghismo, mancanza di rispetto per i luoghi e le regole sociali…Purtroppo occorre segnalare nuovi episodi, nuove consuetudini che creano degrado ambientale, sfruttando opportunità criminali, nell’indifferenza generale. Adesso si rubano anche oggetti ingombranti e obsoleti dalle discariche, per poi abbandonarli dove capita o riutilizzarli nei campi Rom. Joni Scarpolini illustra la dinamica su Il Giornale: “Mostrare il documento d’identità dovrebbe essere l’unico step. In realtà, prima che si alzi la sbarra, ci sono vari passaggi da superare.
Per esempio, devi continuamente fare “no” con la mano al vespaio di nomadi che si appiccicano ai finestrini della macchina per chiederti se hai qualcosa da destinare loro piuttosto che ai cassoni della discarica, sospiratissimo traguardo finale di un’odissea intitolata “smaltimento rifiuti in quel di Milano”. Sì, perché se vuoi sopprimere il tuo televisore ormai obsoleto, la lavatrice irreparabile, qualunque elettrodomestico o mobilia in disuso che andrebbe soltanto a strariparti la cantina, non basta che ti rechi in una delle cinque riciclerie Amsa aperte al pubblico con orario continuato, ma sei anche costretto a dribblare accuratamente tutti quei soggetti poco raccomandabili che si dispongono davanti all’ingresso delle aree di raccolta differenziata, con il rischio di tirarli sotto mentre l’uno ti bussa sul vetro e l’altro tenta di aprirti il bagagliaio.Il tour termina una volta che sei finalmente riuscito a mettere l’immondizia voluminosa dentro gli appositi contenitori, grandi come container. Ma non è detto che le doghe del letto in cui dormivi quand’eri piccolo siano giunte alla meta. Alcuni residenti che abitano dalle parti delle riciclerie ci hanno confidato di intravedere spesso, durante la notte, persone che scavalcano le recinzioni rubando quello che trovano nelle vasche, nonostante la presenza dei sistemi di videosorveglianza. Ad aiutare i ladri di rottami nel trasporto di questi materiali pesanti e ingombranti, i loro complici, che li aspettano al di là dello steccato, pronti a scattare a bordo di monovolumi o camioncini, manco fosse un’impresa di traslochi specializzata in servizi d’emergenza. E c’è chi si è ritrovato il vecchio frigorifero tra le erbacce di qualche parchetto mal curato di periferia o il divano di tante indimenticabili serate nel bel mezzo di un campo rom, o ancora il triciclo e la bambola del nipotino buttati nei cespugli. Insomma, quel che resta dei nostri rifiuti è quanto possiamo osservare nelle foto: una discarica a cielo aperto”.
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