Diritti dell’infanzia: Una fiaba dedicata ai bambini che non hanno il sorriso

Cultura e spettacolo Le storie di Nene

Milano 20 Novembre             La scuola del sorriso

“Puoi prestarmi una mamma?

La vorrei

per cinque o sei minuti soltanto,

più di tanto non voglio

non voglio neppure che si impegni.

A me basta

che mi insegni

come s’asciuga il pianto

Un bel giorno, in Paradiso, alcune mamme capitanate da mamma Elena, si riunirono.

“Non è giusto che i nostri bambini sulla Terra non abbiano carezze e baci e altri siano coccolati con tanto amore e tenerezza. Andiamo dalla Madonna che è stata madre come noi perché trovi una soluzione”.

La Madonna ci pensò un attimo: “Va bene”.

Radunò sulle nuvole tutte le farfalle dell’universo in un tripudio di colori, sussurri e qualche brontolio, perché le farfalle amano mostrarsi mentre danzano nell’aria o fanno le gare di velocità solo per posarsi sui fiori più belli.

Ne selezionò un centinaio, di varie grandezze e con i colori dell’arcobaleno “Invece di oziare e pavoneggiarvi tutto il giorno, vi darò un lavoro – disse – Un lavoro che dovrà impegnare anche il vostro cuore. Dovrete imparare come asciugare il pianto dei bambini meno fortunati. Diventerete le maestre della scuola del Sorriso. Non sarà semplice: dovrete avere cuore per ascoltare e destrezza nelle ali per usarle con delicatezza e infinita dolcezza, quasi una carezza”. Una farfalla obiettò: “Ma come facciamo a sapere dove sono i bambini che piangono?”.

“Là, dove c’è una luce, una finestra aperta, fermatevi ad ascoltare. La sensibilità vi guiderà. Guardate le mamme e imparerete”.

Passati i quindici giorni stabiliti, le farfalle “maestre” tornarono per l’esame. Le mamme del Paradiso, promosse a giudici, decretarono “Così non va, le ali devono muoversi leggere, con grazia per sfiorare appena le lacrime. Non si può volare giù in picchiata come stanno facendo alcune. E poi, non spaventate i più piccoli sfoggiando colori sgargianti, ma usate la vostra capacità di mimetizzazione. Cercate, per una volta, di passare quasi inosservate. Imparate a vibrare delicate e leggere come le piume. Tornate tra quindici giorni”.

Ma le farfalle dopo qualche giorno tornarono eccitate:

“Abbiamo visto i bambini sorridere. E’ stato bellissimo”.

“Bene! – decretarono le mamme giudici – ora la scuola del sorriso è istituita”.

Così, se chiudi gli occhi e senti una carezza tenera e dolce come un bacio, è la farfalla che ti manda tua madre dal Paradiso.

(Da “C’era una volta…la fiaba dei nonni” di Nene Ferrandi)

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