Milano 20 Novembre – Sui loro telefoni cellulari avevano foto con scenari di guerra. Uno, in particolare, aveva l’immagine di un uomo con la divisa del Califfato, cioè l’Isis: «È mio fratello, che è stato ucciso», la sua versione. L’altro aveva la foto di un uomo che imbraccia un mitragliatore. Immagini allarmanti. Tanto che un processo per direttissima per documenti falsi diventato di routine da quando (ad aprile) l’arresto è obbligatorio è finito con i due arrestati, probabilmente siriani, messi in carcere. Un’eccezione.
Era iniziato tutto, come molte altre volte, con un controllo di documenti all’aeroporto di Orio al Serio (Bergamo), mercoledì 18 novembre alle 12.55. I due ragazzi, di 19 e 30 anni, che si erano conosciuti in Turchia, sono stati bloccati dalla polizia di frontiera prima che si imbarcassero su un volo per Malta. I loro passaporti, uno austriaco e l’altro norvegese, sono risultati contraffatti. Poi è emerso il resto. Il giudice ha convalidato l’arresto e disposto il carcere. La sentenza sarà il 26 novembre. Le foto sono state trasmesse alla questura per le indagini. (Corriere)
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845