Milano 21 Novembre – Lo Stato italiano è fra i più grandi proprietari immobiliari al mondo – case, palazzi, caserme, porti, aeroporti, tenute agricole, opere destinate al culto – stimato tra i 300 e i 400 miliardi di euro. Una stima, appunto, in quanto il censimento avviato dalla Ragioneria generale dello Stato presso tutte le amministrazioni pubbliche sugli immobili di proprietà, non ha avuto risposta dal 40 % delle amministrazioni interpellate. Anche se solo il 10% venisse utilizzato per incamerare risorse – l’80% è occupato da enti e strutture pubbliche e un altro 10% è patrimonio artistico – si tratterebbe di 30-40 miliardi, l’equivalente di una “manovra” abbondante, da destinare al taglio dell’Irpef, alla riduzione del debito pubblico, e ad altre politiche virtuose.
Dati e considerazioni sono emersi dal convegno “Strategie e azioni per la migliore gestione del patrimonio immobiliare pubblico” organizzato dall’Agenzia del Demanio in occasione della XII edizione di Urbanpromo di Milano Una quota importante del patrimonio pubblico appartiene alla Difesa: caserme, porti, aeroporti, quasi 5.000 unità, delle quali 150 in corso di valorizzazione, decine messe a disposizione per utilizzi diversi tra i quali l’ospitalità ai profughi dell’emergenza in corso. Altre strutture, pur restando a disposizione per usi militari, sono state aperte ad attività civili, ad esempio per ospitare convegni, manifestazioni culturali, mostre.
E’ una “filosofia” moderna che ispira la migliore gestione delle proprietà pubbliche. Infatti non avendo avuto successo la semplice collocazione sul mercato degli immobili effettuata con precedenti operazioni, si punta oggi a fare delle dismissioni elementi di sviluppo della città, opportunità sia per i sindaci che per gli operatori immobiliari.
Il momento peraltro è favorevole.
Mentre fino allo scorso anno gravava pessimismo sul settore, nel 2015 si respira voglia di mettersi in gioco, si moltiplicano progetti che necessitano di grandi edifici da riutilizzare senza ulteriore consumo di suolo.
La strategia è di una valorizzazione multidimensionale – economico e sociale – con fondi privati in quanto il proprietario pubblico non ha evidentemente le risorse; al privato potrà successivamente essere venduto l’immobile oppure dato in concessione, il tutto usufruendo di una semplificazione burocratica.
Quanto detto in sintesi trova la più ampia e ufficiale descrizione – gli attori che operano in questo campo e gli strumenti utilizzati dai diversi soggetti – in diversi siti e comunicazioni di privati e nel volume a cura di Oliviero Tronconi “La Valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico”, edito da Franco Angeli nella collana Real Estate, una guida, rivolta a dirigenti e funzionari della pubblica amministrazione, consulenti e professionisti, utile per entrare nel merito delle attività necessarie per avviare e condurre positivamente il processo di valorizzazione degli asset pubblici. Ricordando che l’Agenzia del Demanio promuove le iniziative di valorizzazione attraverso il dialogo con i diversi enti, territoriali e non, coinvolti e interessati allo sviluppo del patrimonio immobiliare pubblico.
Achille Colombo Clerici (Presidente Assoedilizia)
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