Milano 26 Novembre – Diciamo sempre che al terrorismo va data una risposta culturale, e Renzi ha aspettato l’ecatombe parigina per dargliela. Che la televendita faccia parte del nostro substrato intellettuale, infatti, è incontestabile. E così alla barba di Al Baghdadi rispondiamo (metaforicamente) con il baffo del videovenditore Roberto Da Crema. L’aspettativa creata per oltre una settimana su cosa avrebbe fatto il governo coi tagliagole, si è liquefatta in uno spottone elettorale: «Investiamo in sicurezza e cultura» preconizza il premier. Gli interrogativi e le perplessità, però, restano. Basteranno, ad esempio, 80 euro a poliziotto per dormire tranquilli? Affrontare la minaccia Isis significa avere uomini preparati, con dotazioni all’altezza, abilità adeguate: per rinnovare le forze dell’ordine non sarebbe servito un miliardo netto, arriveranno sì e no 300 milioni. E sarà curioso capire come intervenire sulle coperture degli agenti, considerando che il mantenimento del turn over al 50% fa perdere ai difensori dello Stato circa 2.500 uomini all’anno. Considerando il «drenaggio» a Roma in vista del Giubileo come si difenderanno le altre città? In attesa di vedere nel dettaglio le misure dell’Esecutivo, quel che emerge dal messaggio di Renzi è uno zuccherino alle divise. Che si affianca all’altro contentino sulla cultura. Sembra tanto una macedonia di mancette frullata a vecchi progetti, come il «rammendo» di Renzo Piano destinato alle periferie. Stavolta, qualcosa probabilmente si vedrà, visto che ci sono le elezioni, e Renzi in affanno sulle principali città vuole recuperare il voto dei ceti più popolari. Assieme a quello dei diciottenni, cui ha riservato un bonus di 500 euro per cinema e teatri. E così mentre ai nostri eroi arriveranno (forse) nuovi giubbotti antiproiettile, lui tornerà a indossare il chiodo di Fonzie.
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