Milano 26 Novembre – Verranno premiate questa sera all’Unicredit Pavillion di Milano le startup vincitrici di Premio Gaetano Marzotto. 300.000 euro più percorso di affiancamento per l’impresa innovativa vincitrice del Premio per l’Impresa e 50.000 per il Premio dall’Idea all’Impresa. In tutto un montepremi di oltre un milione di euro. Ecco le finaliste del premio principale.
1- Scent: controlli antitumorali non invasivi – Rivelare formazioni tumorali attraverso analisi di variazioni chimiche nelle composizioni dei gas emessi dal corpo, quali marker di possibili patologie. È questo l’obiettivo di Scent, startup ferrarese che sta portando la nano-sensoristica dal campo del controllo qualità alimentare a quello dello screening medico nell’ottica di test meno invasivi. Il team ha brevettato dispositivi portatili, a costo contenuto e di semplice utilizzo anche da parte di personale non qualificato grazie ad un software dedicato in grado di elaborare i dati e fornirne gli esiti.
2- Archon: i droni che vigilano sul territorio – Una piccola flotta di droni-robot ideati a Modena per vegliare sul patrimonio artistico e ambientale di tutta Europa. È l’obiettivo che Davide Venturelli, co-fondatore ed amministratore delegato, si pone assieme al team di Archon, startup emiliana che ha progettato un software capace di coniugare la tecnologia dei droni, in piena espansione, al campo della sorveglianza e della protezione.
L’idea alla base è quella di automatizzare operazioni ripetitive potenzialmente rischiose per l’uomo – come la videosorveglianza ed il monitoraggio delle infrastrutture critiche – grazie all’utilizzo di piccoli multicotteri elettrici, orchestrati intelligentemente da un software che ne pianifica i voli e il coordinamento.
3- Horus: l’assistente vocale per chi non vede – L’obiettivo di Horus Technology è rendere l’invisibile udibile. La startup ha brevettato un dispositivo indossabile che permette a non vedenti e ipovedenti di raggiungere una maggiore indipendenza. Un vero e proprio assistente vocale che spiega alla persona tutto ciò che non può vedere, dalla lettura di testi, alla navigazione con rilevamento degli ostacoli e delle strisce pedonali, fino al riconoscimento di oggetti o di volti umani.
Il dispositivo, che può essere montato su un qualsiasi paio di occhiali, osserva la realtà, la comprende e la descrive alla persona, fornendo informazioni utili. Sfruttando la conduzione ossea, l’udito non viene penalizzato ed è possibile sentire il dispositivo anche in contesti rumorosi. Horus non richiede di essere connesso a internet e non si appoggia a smartphone o altri dispositivi.
4- MarioWay: la carrozzina per paraplegici – Un educatore, un social angel, un professionista nella lavorazione dell’alluminio ed un «customizzatore» di Harley Davidson. È il curioso team dietro alla lombarda Marioway, una startup che ha deciso di pensare a un dispositivo medico «attivo» dedicato alle persone con paraplegia. Le carrozzine manuali per soggetti con disabilità sono state create nel 1932 e da quasi un secolo sono rimaste tali: un mezzo che non permette libertà di movimento ed in molti casi peggiora le condizioni cliniche dell’utilizzatore.
Utilizzando la base auto-bilanciante di un Segway, il team di Marioway ha costruito una carrozzina con un telaio derivato dal know-how motociclistico che permette alle persone con difficoltà motorie di guidare, senza l’utilizzo delle mani, un dispositivo con seduta ergonomica verticalizzante, effettuando ginnastica passiva e consentendo di comunicare stando alla stessa altezza degli occhi dei soggetti non affetti da disabilità.
5- Watly: il mega depuratore – Watly è una macchina capace di purificare acqua contaminata di qualunque tipo (marina, inquinata o addirittura radioattiva) senza utilizzare filtri o membrane. La risposta alla scarsità di acqua nel mondo potrà dunque arrivare anche da una macchina capace di funzionare in completa autonomia sfruttando l’energia solare che le consente nel contempo di generare elettricità – sfruttabile tramite prese elettriche – e di connettersi in rete con gli altri dispositivi simili creando una rete di scambio informativo.
Il punto di arrivo è una tecnologia che permetta a milioni di individui di avere accesso all’acqua potabile, problema non banalizzabile solo a quello che a volte si ha la presunzione di chiamare «terzo mondo» ma che riguarda anche paesi «avanzati» come Emirati Arabi o Israele.
Premio dall’idea all’impresa: Amiko – Un dispositivo wearable, un braccialetto con sensori intelligenti compatibili con il 95% dei farmaci e sincronizzabili con pc o smartphone personali dell’utente. Amiko è un piccolo dispositivo dedicato alle persone affette da patologie croniche, che punta da una parte ad aiutare il paziente a misurare la quantità di medicinale – fornendo inoltre indicazioni su come migliorarne l’assunzione – e dall’altra a tracciare quotidianamente i miglioramenti fisiologici derivanti dalla terapia prescritta.
Al cuore della soluzione risiede un semplice assunto, quello secondo cui se fosse possibile quantificare il comportamento paziente-medicina e comprenderlo numericamente, si potrebbe ottenere una quantità di dati mai avuti prima sui quali costruire un nuovo modello di cura e migliorare la vita dei pazienti.
WindCity – Almeno il 20% dell’energia della città del futuro dovrà provenire dallo sfruttamento delle fonti eoliche, questo l’obiettivo entro i prossimi 5 anni della Commissione Europea nell’ambito del progetto Horizon 2020. Sfida accettata da Tommaso Morbiato e dal team di WindCity, che da Padova guarda all’utilizzo del vento urbano e generato dalla circolazione ferroviaria ed autostradale all’interno delle grandi città.
Il vento «di città» esiste ma è per natura filtrato e irregolare, motivo per cui, per ottenere una sorgente di energia competitiva con il costo delle «concorrenti» fossili o nucleari, la startup padovana ha concepito un brevetto di piccola turbina da 1kw capace di captare i venti irregolari attivandosi in autonomia, in modo molto più efficiente dei dispositivi attualmente in commercio.
ProXentia – Rivoluzionare il sistema di controlli rapidi per tre settori chiave, ovvero vino, latte e cereali. È la mission di ProXentia che sta sviluppando una linea di prodotti da utilizzarsi direttamente nei luoghi di produzione o stoccaggio e con minimo intervento dell’operatore, in modo da fornire informazioni su aspetti chiave legati a sicurezza e qualità delle produzioni delle filiere agroalimentari. Un lettore, un set di cartucce monouso e un software per dispositivi mobili in grado di restituire una «carta d’identità» del prodotto trasportato.
Il principio di rilevazione sul quale si basano i prodotti ProXentia è la tecnologia proprietaria RPI (Reflective Phantom Interface), nata dall’unione di competenze che vanno dall’alta tecnologia nel campo dell’ottica e dei materiali avanzati fino alle nuove tecniche bio-sensoristiche. La «superficie fantasma» lavora su una serie di materiali invisibili in acqua, sfruttando la riflessione della luce che permette di rilevare singoli strati delle molecole che aderiscono all’interfaccia tra i materiali ed un qualsiasi fluido acquoso.
MedinAction – Due fratelli di Potenza, Andrea a Gianluigi Gurrriero medico e giurista, hanno ideato una soluzione che risolva un problema a turisti e stranieri in Italia. Che se incorrono in un problema di salute spesso non sanno a chi rivolgersi. La soluzione è MedinAction, un sistema di visite a domicilio prenotabili tramite l’app o dal sito web. Una lista di medici di guardia, corredati di profilo con lingue parlate, feedback e localizzazione via GPS.
L’idea dei due fratelli è nata dall’osservazione della realtà di Roma, dove diversi turisti americani ogni anno si trovano a fronteggiare il problema della ricerca tempestiva di un medico disponibile che parli la loro lingua. L’incontro con Sabino Papagna, «esecutore materiale» della piattaforma web e della app collegata, ha poi permesso la realizzazione di un sistema che permette già oggi in soli 5 minuti di prenotare la visita a domicilio del medico scelto e di ricevere la visita in poche ore.
Rtf-27 – Da uno spin-off del Politecnico di Milano, con l’obiettivo di analizzare i dati relativi agli incidenti nel settore elicotteristico civile europeo, a una startup in procinto di certificare una propria linea di prodotti. È questa, in breve, la storia di Sia Aerospace e della sua gamma RTF-27.C, progettata per ridurre drasticamente i danni subiti al personale in volo e al velivolo durante un atterraggio di emergenza in elicottero.
Il prodotto consiste in un kit aggiuntivo formato da 4 pezzi da installare su velivolo in prossimità del carrello, senza necessità di modifiche all’elicottero, ed è compatibile con gli altri sistemi già a bordo. Rispetto ai dispositivi concorrenti può dimostrare vantaggi in termini di peso, di attivazione automatica, di assenza problemi di funzionamento e con un ciclo di vita lungo. (Corriere Innovazione)
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