Se il Renzismo vende così bene la colpa è del centrodestra

Approfondimenti Attualità

Milano 27 Novembre – Ezio Mauro saluta la curva e lascia la direzione di Repubblica. Subentra Mario Calabresi. Il primo risultato è l’uscita di scena contemporanea di Adriano Sofri. Un atto, mi sia lasciato dire, estremamente signorile, motivato pubblicamente con il fatto che la collaborazione si doveva all’amicizia personale con Mauro. Come se la condanna per la morte del padre del nuovo direttore nulla a che fare avesse. Il secondo effetto, la seconda dipartita potremmo dire, è la linea di rigida neutralità all’interno del Pd, tenuta da Mauro. Repubblica, in questi anni, non ha avuto atteggiamenti particolarmente ostili nei confronti di Renzi. Ma ha sempre tenuto per sé eventuali entusiasmi. Non si è esibita nel lancio di petali perpetuo che ha caratterizzato la cronaca politica del Corriere. O nel soffuso peana costante ed ormai consolidato de La Stampa. Diretta, guarda caso, da Calabresi. Mario CalabresiHa tenuto un profilo di autenticità di informazione. Non parlo di oggettività perchè mi pare, e mi è sempre parso, un concetto ridicolo. In ogni caso, dopo una lunga, la più lunga al pari di quella di Scalfari, conduzione del secondo quotidiano non sportivo Italiano, Ezio Mauro lascia. Posto che De Benedetti non è né un cretino né un sentimentale, la ragione deve essere commerciale. Il Renzismo vende. Ci vuole un giornale entusiasta. Più in generale, se si vuole che il popolo compri gli si deve dare una prospettiva o qualcosa per cui combattere. Il fenomeno Renzi rientra appieno nella prima categoria. Parliamo pur sempre di un giornale di area. L’alternativa era indignarsi per la proposta degli avversari. Questo squalifica automaticamente i Grillini. Loro non sono avversari. Sono un asteroide in rotta di collisione, meno se ne parla meglio è. Non vogliamo scatenare il panico, vero? No l’alternativa era indignarsi per il programma del Centro Destra. Ma dei fantasmi non si indigna più nessuno almeno dai tempi del Manifesto di Marx ed Engels.

Così avere un’altra testata con la sindrome di Stoccolma per il Governo, il caso più atroce è sicuramente quello del quotidiano fondato da Gramsci, ridotto a scendiletto in salsa Fiorentina, è diventato realtà. Pare che sia il pubblico a volerlo, dopotutto è la scommessa di un imprenditore. Sì, un imprenditore in un mercato drogato come pochi. Vero. Ma pur sempre un imprenditore. Questo ci dice che ci devono essere delle ragioni solide. La prima è che il paese rivuole il sogno. Un tempo eravamo noi quelli del sogno. Gli altri erano quelli dell’amara realtà oggi loro fanno sperare e noi siamo quelli che si lamentano. Che dicono no a tutto. Che non propongono e non costruiscono. I fischi di Bologna al Cav sono fortemente indicativi. Non si vogliono discorsi lunghi. Proposte. Pensieri. Si vuole un ragionamento di pancia. A destra In tutto il resto del paese la rabbia è minore, in qualche modo.

Un tempo eravamo noi ad identificarci nel volto pulito di un Calabresi. Il bravo ragazzo che sa che l’amore sconfigge l’invidia e l’odio. Oggi lui, Sala e tutto quel mondo del fare e del dire sceglie Renzi. Abbiamo perso terreno, idee e sogni. Se non li recuperiamo perderemo anche la libertà e la pluralità nell’informazione, inghiottita dal peggior difetto dell’Italiano medio. Il conformismo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.