Milano 28 Novembre – Vestire di laicità un concerto di Natale, rimuovere i crocifissi dalle scuole è non voler difendere la libertà di essere cristiani, è rinnegare le proprie radici, è paura di affermare la propria identità. Non ci sono altre giustificazioni. Non esistono e non devono esistere pretesti che rendano plausibile la negazione di tradizioni consolidate e la professione della propria religione. I fatti si ripetono ogni anno. Ieri in un comune del bergamasco, oggi a Rozzano. E la Festa di Natale diventa Festa dell’inverno, spostando la data dell’evento a dopo l’Epifania e sostituendo gli inni natalizi con filastrocche di Gianni Rodari e musiche di Sergio Endrigo.
Riferisce Il Giorno che la linea della scuola di via Garofani a Rozzano è “contestata da un gruppo di genitori, che sta preparando una lettera di protesta contro la scelta del dirigente scolastico reggente Marco Parma (già candidato sindaco per una lista civica e per il M5S a Rozzano) sulla cancellazione della Festa di Natale e contro la decisione del Consiglio di Istituto di non esporre i crocifissi nelle aule”. Ribellione che anche nel bergamasco ha avuto accenti di contestazione. Perché anche il più elementare buon senso rifiuta decisioni che spacciano per rispetto nei confronti di altre religioni, la mancanza di coraggio di essere ciò che siamo.
Ma anche Pisapia a Milano veste di “Bianco” qualsiasi manifestazione natalizia pur di non pronunciare la parola Natale. Quasi fosse una vergogna, un evento da sottacere, una professione di laicità che fa tanto intellettuale snob. Un comportamento che chiude in una gabbia una storia, la nostra storia, che ci accomuna.
Papa Francesco ha detto “Non si deve avere paura del cristianesimo e del contributo della Chiesa Tale contributo non costituisce un pericolo per la laicità degli Stati e per l’indipendenza delle istituzioni, bensì un arricchimento”. E nel discorso al Consiglio europeo ha ribadito “D’altro canto, rispetto ai migranti l’Europa ha il dovere di proporre con chiarezza la propria identità culturale e religiosa e mettere in atto legislazioni adeguate che sappiano allo stesso tempo tutelare i diritti dei cittadini europei e garantire l’accoglienza dei migranti” Perché “Le radici non sono un retaggio museale: sono garanzia di sviluppo e di pace in un mondo minacciato dal terrorismo, dalla violenza, dalle guerre…Fede e ragione sono chiamate a illuminarsi reciprocamente sostenendosi a vicenda”.
Fede e ragione, religione e laicità, nel rispetto di una libertà che è affermazione della nostra storia, della nostra cultura.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano