Milano 30 Novembre – Inserire i disabili nel mondo del lavoro è da molti anni ormai una realtà. Ma per rispondere a quesiti sull’influenza che il lavoro oggi può avere sulla qualità di vita di persone con handicap intellettivo o relazionale è nato uno studio “Matrici ecologiche”, che ha coinvolto 23 strutture associate con Anfass in 13 Regioni italiane.
Il campione preso in esame è di 1298 persone con disabilità intellettiva. Questo studio è stato finanziato dal Ministero del Lavoro e ha potuto contare sul contributo della belga Ghent University e dell’Università di Barcellona, dell’Università Cattolica di Brescia e dell’Università degli Studi di Milano ed è durato un anno, dalla metà del 2014 al quella del 2015.
I disabili desiderano lavorare? Lo studio ha risposto affermativamente alla domanda. Da questa ricerca è emerso infatti che chi svolge attività lavorative ha una qualità di vita significativamente migliore. Il diritto all’occupazione viene considerato alla base del diritto ad “autodeterminarsi dei disabili”. Il merito di “Matrici ecologiche” è inoltre anche quello di aver creato un database informatico dei vari curricula nel quale sono presenti oltre ai dati clinici, anagrafici e le esperienze educative e lavorative di ognuno, anche i desideri e le aspettative. Questo permette di impostare interventi personalizzati, con una più efficace distribuzione delle risorse nella Pubblica Amministrazione a cui lo studio è stato consegnato.
Si spera dunque che studi come “Matric” non restino isolati, ma che siano seguiti da ulteriori sperimentazioni che coinvolgano Asl e Comuni. La legge numero 328 dell’8 novembre 2000 prevede infatti il passaggio da azioni “standardizzate” a favore dei disabili ad azioni “personalizzate”. Perché questo avvenga però sono indispensabili informazioni ben più specifiche di quelle meramente burocratiche.
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