Il regime di Matteo: c’è un renziano per ogni poltrona

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Milano 2 Dicembre – Nessun sospetto di eresia rispetto ai dogmi delle leggi volute dal governo. Oppure il passaggio sul palco della Leopolda. O in ancora qualche legame con l’esperienza dei bei tempi, del Renzi Sindaco e rottamatore. Vedendo le principali nomine di epoca renziana, sono questi i criteri imperanti. A partire dalla terna dei candidati alla Consulta: il costituzionalista Augusto Barbera, portato dal Pd, l’avvocato e parlamentare di Forza Italia Francesco Paolo Sisto e il presidente di Antitrust Giovanni Pitruzzella, voluto dai centristi. Nessuno di loro è mai stato ostile all’Italicum, su cui la Corte dovrà dare parere preventivo. Per questo il terzetto resisterà, almeno, ancora oggi. Per il motivo opposto, il premier non ha voluto saperne di accordarsi col M5S sul giurista Felice Besostri, che invece del sistema elettorale è detrattore. Andando indietro di pochi giorni c’è il caso delle Fs, dove nuovo Ad è diventato Renato Mazzoncini, il manager che nel 2012, con Renzi sindaco, rese possibile la privatizzazione dell’Ataf, la municipalizzata fiorentina del trasporto pubblico. Sempre in Fs, anche la nuova presidente Ghezzi ebbe un legame con la Firenze renziana: a lei, infatti, si deve un piano per la sicurezza stradale rivolto al Comune che le procacciò la simpatia dell’allora sindaco. Capitolo Rai. Quanto il premier stimi il nuovo Dg Antonio Campo dall’Orto è cosa nota. Un’esperienza a Mediaset e già ad di Mtv Italia, Renzi lo definì «uno dei più interessanti innovatori della tv», e lo volle alla Leopolda, dove pare arriverà anche all’edizione 2015. Non solo: prima di giungere sulla plancia di comando di Viale Mazzini, Campo dall’Orto fu nominato nel cda di Poste Italiane. Sempre in Rai troviamo Guelfo Guelfi nel nuovo Cda. Settantenne, un passato in Lotta Continua, fu spin doctor della campagna elettorale di Renzi al Comune e vanta un’ esperienza da direttore creativo di Florence Multimedia, società in house della Provincia di Firenze. Ancora nella televisione pubblica, ha suscitato molte polemiche l’arrivo di Carlo Verdelli come «Direttore editoriale per l’Offerta Informativa», che sovraintenderà ai direttori delle testate giornalistiche. Già direttore di Sette, il magazine del Corriere della Sera e firma di Repubblica, la sua nomina ha avuto il voto contrario del consigliere Arturo Diaconale, che proprio al Tempo ha spiegato come la figura di Verdelli sia espressione delle «due lobby più forti del momento, ossia quella di Marchionne-Fiat e quella di De Benedetti, che sono i puntelli principali del premier». Ancora in ambito mediatico, sono gli ultimi giorni di Mario Calabresi da direttore de La Stampa, visto che da gennaio sarà al timone di Repubblica. Un nome, quello di Calabresi, gradito al premier tanto che alcuni rumors lo indicavano qualche settimana fa nella rosa dei possibili candidati a sindaco di Milano per il Pd. E poi c’è l’Eni, dove si nota, come capo della Comunicazione, Marco Baldazzi. Proveniente proprio dalla Stampa di Calabresi, di cui è molto amico, è toscano e conta su ottimi rapporti con il premier. Sempre all’Eni è lampante la storia di Lapo Pistelli, mentore politico di Renzi che poi, in una sorta di edipismo politico, lo sconfisse alle primarie fiorentine nel 2009. Nel giugno di quest’anno, Pistelli. annunciò proprio in un’intervista a La Stampa l’addio al Parlamento e al governo per approdare nel colosso energetico, suscitando un vespaio di polemiche circa l’opportunità di questo passaggio. Che comunque avvenne senza patemi, e ora è «Senior Vice President» e guida »l’unità di Stakeholders Relations». Nel cda di Poste Italiane spicca invece il nominativo della fiorentina Elisabetta Fabri, manager del settore alberghiero e rampolla di una famiglia di albergatori di primissimo livello, visto che il padre Ferruccio è fondatore della catena Starhotels. Sempre a Firenze è legato il nome di Alberto Bianchi, l’avvocato di Renzi approdato al Cda di Enel. Come risulta dal sito web della fondazione renziana Open, che organizza eventi e gestisce i finanziamenti privati, Bianchi ne è ancora il presidente. Suo fratello Francesco Bianchi, nel 2014 è stato nominato da Franceschini Sovrintendente della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Sempre dallo stretto entourage di Renzi arriva Fabrizio Landi, componente del Cda di Finmeccanica. Senese di nascita, è legatissimo al premier già da quando era sindaco del Capoluogo toscano. E’ stato finanziatore della sua fondazione, protagonista alla Leopolda, oltre che suo consigliere per le materie economiche. Nel 2013 lasciò il ruolo di Ad di Esaote, importante azienda del settore biomedicale, per abbracciare un impegno civico. Di Renzi, allora, disse: «Mi ha insegnato che ci si può sempre mettere in gioco». Già, in qualche caso conviene pure.

Pietro De Leo (Il Tempo)

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