“Chiamatemi Francesco”: un film, un viaggio, nel cuore del Papa

Cultura e spettacolo

Milano 7 Dicembre – Un lungo flashback, dopo l’ultimo sguardo al tramonto di una Roma in attesa, alla vigilia della proclamazione del nuovo Papa. Con un po’ di malinconia, una riflessione e forse un rimpianto per quella terra che continuava a cantare nel cuore il ritmo di un tango. Così ha inizio il film “Chiamatemi Francesco”. Per raccontare cinquant’anni di vita, un viaggio nel cuore di Jorge Bergoglio oggi Papa Francesco.francesco Un racconto dell’uomo, un passionale che impara la mediazione, sempre dalla parte dei poveri, degli ultimi, ma con la consapevolezza che con il contesto politico occorre venire a patti, lontano comunque dalla complicità con il potere. “Fare quel che si può fare”, perché il regime dittatoriale vigente in Argentina imponeva sottomissione, ma l’etica della coscienza spingeva a salvare vite umane, nell’eterna scissione tra dovere pubblico e rispetto per la propria morale. E va dato merito al regista Daniele Luchetti di aver reso leggibile ed efficace una contraddizione solo apparente nei comportamenti del giovane Bergoglio, perché la verità del cuore è sempre presente e la sensibilità sempre l’unica ispiratrice del fare. Manca, forse, quella luce religiosa che un credente vorrebbe vedere, ma l’intenzione dell’opera è restituire la figura di un uomo che sa combattere all’interno di una Chiesa spesso permissiva nei confronti dei poteri forti e, contemporaneamente, sa lottare con infinite mediazioni sofferte contro le ingiustizie sociali di un regime. chiamatemi francesco cinemaE la celebrazione della messa alla veglia prima della partenza per Roma, è la celebrazione della sua santità, voluta con una solennità registica che è l’ammirazione plastica di un regista ateo di fronte alla grandezza dell’uomo, là, tra i poveri, i diseredati che tanto amava.

Ma nel film c’è anche l’amore per la figura femminile, l’apertura a tematiche di cui oggi si discute (ad esempio il battesimo del figlio di una donna non sposata), la violenza di un regime dittatoriale, il dolore dei parenti dei desaparecidos…e la musica con il tango che scandisce il tempo, accarezza gli eventi, risuona nell’aria. E l’Argentina si muove con un ritmo che incalza gli avvenimenti, che non lascia spazio all’immaginazione, che squaderna orrori e povertà.ChiamatemiFrancesco banner

La scelta dei due protagonisti che interpretano Bergoglio giovane e anziano è mirata. Luchetti mette a ragion veduta davanti alla macchina da presa Rodrigo De La Serna e Sergio Hernàndez, argentini, con l’anima segnata dalla Storia del proprio Paese.

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