Milano 8 Dicembre – Non ci sono più circa 100 presidenti di provincia, si è rinunciato ad oltre 750 assessori e 3.000 consiglieri, ma il risparmio, che incide solo per lo 0,9%, circa 100 milioni di euro, è nulla rispetto alla lievitazione dei costi di funzionamento delle province, aumentati di oltre il 5%. Che oggi spendono circa un miliardo di euro in più rispetto al passato, con la conseguenza certificata di maggiori disservizi per i cittadini. I dati emergono dall’analisi del convegno forzista alla Camera «Le province ‘abolite’ dopo un anno», che ha fatto il punto sull’effettiva attuazione della riforma Delrio. «L’incontro, nato da una sensazione generale del Paese di non comprensibilità dell’eliminazione degli enti provinciali, apre a diversi quesiti, come la fine che hanno fatto i servizi che le province assicuravano, il ruolo svuotato della Protezione civile, il criterio di tenere in vita organi di rappresentanza distinti tra province e comuni», ha spiegato Paolo Russo. Per commentare la Legge 56/14, il presidente del gruppo di Forza Italia a Montecitorio Renato Brunetta non ha usato mezzi termini: «Una folle deriva riformatrice, il segnale più chiaro della retorica riformista del governo. È una riforma cattiva: non taglia i costi, non migliora i servizi, aumenta il potere del Pd sul territorio, visto che non c’è corrispondenza democratica sugli organi. Stiamo andando verso una deriva autoritaria». A puntare il dito sul «caso Lazio» è stato il vice coordinatore Fi Piero Cucunato: «L’effetto della riforma a danno dei cittadini si vede soprattutto nella Capitale e nel territorio laziale dove il caos istituzionale regna sovrano», ha rimarcato. «Esercizio sgrammaticato di riforma istituzionale» per il coordinatore nazionale enti locali del movimento azzurro Marcello Fiori: «Dobbiamo far emergere un’altra Italia rispetto allo storytelling renziano che non ha migliorato le cose». Poi l’affondo: «Una riforma deve misurarsi con la qualità della vita. Sulla maggior parte delle 120.000 strade provinciali su cui tra poco nevicherà il sale chi lo mette? Non c’è un euro. Come il riscaldamento negli istituti scolastici». Punti focali delle criticità individuate, oltre alla certificata mancanza di risorse, la collocazione del personale, in un quadro in cui ad oggi ci sono province in default e dipendenti non retribuiti. A ricordarlo è stato anche il segretario generale della provincia di Imperia e Savona Giulia Colangelo, rammentando le funzioni fondamentali dei cosiddetti Enti di Area Vasta (Eav) introdotti dalla legge, dalla gestione del territorio a quella delle strade provinciali passando per la rete scolastica e la tutela ambientale. La ricetta possibile nelle parole del presidente della Provincia di Vercelli Carlo Riva Vercellotti: «Dobbiamo ragionare se riprendere la strada Delrio e modificarla per creare una realtà a servizio dei comuni o rivedere tutto, anche il sistema delle Regioni, allargando i confini territoriali, facendo diventare l’Area Vasta un luogo di politica territoriale come prima».
Valentina Conti (Il Tempo)
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