Milano 9 Dicembre – Il prorettore Stefano Caselli: «Saremo tra le prime cinque business school europee e le prime 20 del mondo entro il 2020». Anche il Politecnico nella «top 50» d’Europa.
La Bocconi sale dall’ottava alla settima posizione tra le business school europee; il Politecnico resiste in classifica per il settimo anno ma scende dal 38esimo al 45esimo posto. Pubblicati lunedì i ranking del Financial Times, le graduatorie diventate in vent’anni punto di riferimento dell’universo accademico su qualità e ampiezza formativa dei programmi offerti. E a sorridere è soprattutto la Bocconi, sola italiana in testa tra le scuole britanniche, francesi e spagnole. Settima generale, nona per il master in Management, decima per quello in Business administration (Mba), nona per quello in Finance, 32esima per l’executive Mba (Emba) con l’Sda Bocconi nonché decima nell’executive education.
Risultati che avvicinano l’ateneo di via Sarfatti all’obiettivo strategico fissato per il 2020, come spiegava ieri il prorettore Stefano Caselli, riprendendo le parole usate dal rettore Sironi durante l’inaugurazione dell’anno accademico 2015/16 sotto gli occhi del numero uno della Apple, Tim Cook: «Entrare tra le prime cinque in Europa e le prime 20 nel mondo in tutte le classifiche su Management e Scienze sociali», vale a dire gli storici due ambiti di eccellenza accademica della Bocconi. Tra i segreti del successo, spiega il preside della Sda Bocconi, Bruno Busacca, «la capacità di offrire formazione su misura alle aziende». Piazzamenti che si aggiungono a quelli conquistati nei ranking di Qs: quinta in Europa per i corsi in Social sciences, terza nell’area di Business e management, quinta per Economia ed Econometria, settima in Finanza.
Tra le graduatorie di Ft.com , spicca il salary increase , l’aumento di stipendio degli alunni nei tre anni dopo il diploma: più 107%, praticamente raddoppiato, pari a 111.600 euro per l’Mba; 130.730 euro per l’executive Mba (più 51%). Alto anche il faculty female , docenti donna, con il 32% del totale, meglio di illustri concorrenti, dalla London business school all’Hec di Parigi; meno bene l’ international faculty , i docenti stranieri, con un 30% assai inferiore alle percentuali delle migliori scuole europee.
Per il settimo anno consecutivo resiste nelle classifiche economiche anche il Politecnico, con la School of management composta dal dipartimento di Ingegneria gestionale e dal Mip: «Un risultato che conferma il nostro percorso di crescita e internazionalizzazione» spiega Cristina Masella, direttore del dipartimento. Persa qualche posizione (dalla 38 alla 45), stipendi a 63.841 euro, più 41% nei tre anni.
Giacomo Valtolina
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