Milano 9 Dicembre – Ieri Donald Trump ha rotto l’ultima barriera. Si sa che il politicamente corretto non l’ha mai particolarmente intimorito, ma questa volta ha deciso di lanciarsi in una battaglia da far tremare le vene ai polsi. In due distinte dichiarazioni ha proposto di sospendere temporaneamente l’ingresso agli Islamici in America e di chiudere, quando questo possa servire a limitare la diffusione delle comunicazioni dei terroristi, social media ed internet. La seconda proposta rientra, checchè se ne possa pensare, nella normale prassi di guerra. “Zitti, il nemico vi ascolta!” Era un cartellone diffuso in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. È il principio per cui ogni forma di comunicazione, durante le fasi più aspre di un conflitto, rischia di avvantaggiare l’avversario. Inoltre non ha chiesto di spegnere Internet. Ha proposto di chiedere a Bill Gates, o a chi per lui, come creare black out regionali. So che nessuno di voi sarebbe così senza cuore da togliere la possibilità ad Al Baghdadi di postare foto del suo micio preferito, ma sono tempi difficili. Anche lui potrebbe dover sopportare questo grande disagio. In compenso avremmo il grande vantaggio di rendere le comunicazioni molto più difficili ai tagliateste che lavorano per lui. No. Pare che questo non piaccia ai compagni di merende del mondo libero. Credo che Trump se ne farà una ragione, il cittadino medio Americano con tutta probabilità se ne è già fatta una. La cosa più sconvolgente è che in Europa ancora nessuno abbia capito che il miglior modo per dar ragione a qualcuno oltre Atlantico sia attaccarlo. Gli USA prendono di solito molto male le ingerenze.
Ma la parte più rilevante, e per certi versi interessante, è l’affermazione sull’entrata degli Islamici. Essa si basa sull’idea che gli Stati Uniti non sono un paese per tutti. Starci è un privilegio. Che più volte nella storia è stato negato a qualcuno. Vediamo alcuni brevi esempi:
- 1830, Indian Removal Act, il Congresso norma una pratica già in vigore da un secolo, ovvero la rimozione dei Nativi Americani dai loro territori e la reclusione in aree apposite. Si può quindi dire che gli Stati Uniti nascono con l’idea che qualcuno non possa starci. E non mi riferisco solo a Re Giorgio ed alle sue Giubbe Rosse
- 1942, tra le 110.000 ed le 120.000 persone di discendenza Giapponese vengono rinchiuse in campi di concentramento, soprattutto nella costa Ovest. Il 62% di questi sono cittadini Americani. Questa misura non ha alcuna reale motivazione bellica. Nelle Hawaii dove i cittadini di discendenza Giapponese erano più di 150.000 meno di 2.000 subirono questa sorte.
- 1952, viene vietato ai Comunisti di entrare negli Stati Uniti. Ad oggi, almeno formalmente, tale divieto è ancora in vigore. Chiedete a Limonta per maggiori informazioni.
E’ una breve casistica senza particolare volontà di essere esaustiva. Però mostra un principio cui Trump si appella e nessun genio nostrano mostra di capire. Gli Usa sono dei cittadini Americani. Può piacere o meno, ma nessuno ha “diritto” di entrare e restare negli Stati Uniti. Tutti possono CHIEDERE, per cortesia, di essere lasciati entrare. Ma il confine esiste e verrà difeso. E i milioni di morti in divisa, caduti per questa linea immaginaria, hanno dato la vita perchè Trump ed i suoi elettori potessero, un giorno, chiudere la porta e decidere che qualcuno deve restare fuori, perchè quelli dentro non dovessero avere paura. Ignorare questo, dire che Trump NON PUO’ tenere fuori chi ritiene nocivo, significa insultare quei morti. E farà più male che bene, se l’obiettivo è favorire la libera circolazione delle persone. Certo che gli Usa possono chiudere le frontiere agli Islamici. È un loro sacrosanto diritto. Se non lo riconoscete le vostre critiche rafforzeranno la posizione di Trump. Che è sbagliata e lo sa anche lui, ma serve proprio a snidare i Liberal benpensanti delle due sponde dell’Atlantico e mostrare la differenza di Trump. Quindi smettiamola di starnazzare come anatre spaventate e cerchiamo di fornire alternative credibili al blocco. Sempre che evitarlo, ovviamente, sia quello che si vuole davvero.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,