Milano 13 Dicembre – Un anno fa nasceva la più grande, ed a suo modo di successo, esperienza di civismo azzurro della storia di Milano. Ieri ha festeggiato il suo primo compleanno nel Salone della Società Umanitaria. Questa annata è stata una sfida notevole sotto molti aspetti. In primis per il target cui era rivolto. Consentitemi un passo indietro. Il civismo, l’inserimento della società civile nella sfera politica, nasce all’alba della Repubblica. Ma fino agli anni 90 questi gruppi erano targati. Era la politica che entrava nella società. Poi il reflusso ed il grande vuoto. Si è tagliato il cordone e la politica ha iniziato ad avvizzire. Quando il legame si è ricreato il centrodestra era nato da poco e, salvo poche realtà, ha sempre faticato. Non è una novità per nessuno. Il risultato è stato un appassimento ed una perdita di risorse. Si sono lasciati per strada elementi che volevano contribuire, ma che non sentivano proprio il sistema partitico, i suoi riti e le sue lotte. Ma la cosa peggiore sono state le mancate idee. Ci siamo affidati per anni ad un glorioso passato, senza mai spingerci avanti. Ci siamo affidati alle persone e non alle idee. Ci siamo abituati a rinunciare al pensiero in favore della fede, cieca ed assoluta, che non ammette dibattito. Questo ci ha indeboliti. Questo è stato il punto di partenza di Milano Merita.
Il primo anno è stato un percorso nelle forze sane della società civile. Si sono raccolte idee e proposte, persone e realtà che corteggiavano il centro destra, ma che con la politica non si era mischiati. Così, di iniziativa in iniziativa, di ascolto in ascolto, di post in post le idee hanno ricominciato a circolare. Ed un anno dopo nella stessa sala si sono ritrovati il presidente Maroni ed una cittadina in rappresentanza dell’Associazione Italiana Sclerosi Multipla. La seconda sul palco a parlare dell’esigenze del mondo del volontariato. Ed il primo, tra il pubblico a prendere appunti. Questa è la grandezza dell’esperienza di Milano Merita. Lo scambio dei ruoli ed il ritorno al centro della scena dei cittadini e delle esperienze, affidate alla politica per trovare un modo per diventare reali. I ruoli, distrutti e ricostruiti.
Il prossimo anno sarà quello decisivo. Il 2016 ci dirà se i cittadini, senza ancora un candidato, senza una coalizione, armati solo di idee e buona volontà sono sufficienti per imporre una nuova visione. Nuova rispetto al delirio dirigista di Pisapia. Nuova rispetto al profluvio di piste ciclabili, finanziamenti agli amici e talvolta agli amici degli amici. Ai regolamenti sui regolamenti. Alle tasse per invidia sociale e sostentamento di quelli che ricevono i finanziamenti di cui sopra. Alle case popolari per tutti, meno che per gli Italiani. E via di questo passo, in un vortice clientelare che serve solo alla Pubblica Amministrazione per giustificare la propria esistenza ed ai furbi per far fruttare le proprie conoscenze. Non è una battaglia facile, in sala se ne rendono conto tutti. Ma, dopotutto, Milano Merita di più.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,