“La Maison du Roy”, le splendide divise delle guardie dei Re di Francia, da Luigi XIV a Luigi XVI

Cultura e spettacolo

A cura di Gabriele Mendella,  sarto di fama internazionale

Milano 15 Dicembre – Ventisei manichini a grandezza naturale completi di uniformi, equipaggiamenti e armi originali, offrono un’immagine viva dei corpi di guardia civili e militari che componevano La Maison du Roi, ovvero i soldati della Guardia del Re di Francia.

 “La Maison du Roi 1690-1792” ci fa compiere un salto indietro di oltre due secoli per vedere, attraverso la ricostruzione delle sfarzose divise delle guardie dei Re di Francia, l’evoluzione del costume e della moda militare da guardie-del-re3Luigi XIV a Luigi XVI dal 1690 al 1792: dai giustacorpi aderenti con grandi paramani e ampie falde, tipici degli ultimi anni di regno di Luigi XIV, allo stile pesante della “Reggenza”, al taglio più equilibrato della metà del secolo, per finire con le accentuate linee verticali e attillate dell’habit della fine del ‘700.

E’ anche l’occasione per capire il ruolo che ebbero le guardie del Re di Francia nel secolo dell’Assolutismo: La Maison du Roi  non solo era il corpo più prestigioso dell’esercito regio, una truppa d’elite temuta su tutti i campi di battaglia, superiore da un punto di vista strategico e tattico, ma lo strumento privilegiato della gloria del re, partecipativo ai cerimoniali della vita a corte, fiore all’occhiello dell’immagine sfarzosa del potere che i Re di Francia volevano trasmettere al mondo.

Ogni divisa è stata confezionata artigianalmente; la più importante è quella celebre indossata dalle Gardes de la Manche, cioè le Guardie del Corpo della compagnia scozzese destinate ad affiancare il sovrano ovunque andasse, fino a sfiorarne la “manica”. La ricostruzione delle divise si basa su una delle incisioni di Charles Eisen del Recueil pubblicato dalla vedova Chéreau nel 1757; è stato minuziosamente ricostruito il disegno del cosiddetto Hoqueton o cotta d’arme, una sorta di sopravveste di seta bianca sfarzosamente ricamata d’oro, che le Gardes de la Manche indossavano nelle cerimonie ufficiali. Considerate le dimensioni ridotte della stampa, è stato necessario disegnare i vari pezzi che componevano la cotta: il corpetto, le maniche e le falde, ricostruendo i diversi elementi sulla base di immagini coeve tratte da varie fonti (stampe, arredi, stemmi araldici, elementi decoratividivise architettonici, motivi rococò, ecc.), ricomponendone il disegno in scala 1:1. Fra le tante c’è la tenuta indossata dalle Gardes du Corps di Luigi XVI a Versailles nelle funeste giornate del 5-6 ottobre 1789, quando diversi di loro sacrificarono la vita nello sforzo di salvare la regina Maria Antonietta dalla folla che aveva invaso gli appartamenti reali a Versailles.

La mostra è frutto di tre anni di studi minuziosi su oltre 4.000 fra documenti storici, dipinti, incisioni, ritratti, stampe, rarissimi pezzi autentici conservati in collezioni private e pubbliche, in particolare quelle del Musée de l’Armée di Parigi, dello Château de l’Emperi di Salon de Provence, del Museo Nazionale di Zurigo e del Museo dello Château de Penthes di Ginevra; dell’attenta lettura dei contratti con i fornitori, delle fatture di acquisto e di altri documenti contabili custoditi negli Archives Nationales e al Service Historique de l’Armée de Terre di Vincennes; dei modelli conservati al Victoria & Albert Museum di Londra e  al Musée de la Mode et du Costume de la ville de Paris. La mostra svela l’eccellenza artigiana sartoriale italiana, poiché le divise sono state riprodotte seguendo gli stessi metodi e i procedimenti dell’epoca, usando la stessa qualità e tipo di panni specificati nei contratti di fornitura (come drap de Sedan, d’Elbeuf, de Romorantin o de Berry, serge d’Aumale, raz de Saint-Lô). Sono stati impiegati più di 250 metri di panno finissimo, fornito dalla stessa ditta inglese che da due secoli veste le giubbe rosse della regina a Buckingham Palace; 300 metri di stoffe e tessuti vari di lana, seta, e lino per fodere e rinforzi; 500 metri di gallone d’oro; 1.400 metri di gallone d’argento con quattro disegni differenti, più di 250 metri dei vari galloni che componevano la “Livrée du Roy”, tessuti a mano su antichi telai in Egitto. Per dare un’idea dell’enorme lavoro di qualità eccelsa che è stato eseguito, basti pensare che il delicato ricamo a mano in filo dorato delle due cotte dei manichini che rappresentano la Gardes du Corps (la cotta veniva indossata sopra l’uniforme regolare) è stato realizzato da una ditta specializzata in Pakistan e ha richiesto più di tre mesi di lavoro per ciascuna cotta. Immenso anche il lavoro per equipaggiamenti e armi, realizzati con materiali identici a quelli dell’epoca, sulla base dei rari pezzi originali conservati al Musée de l’Armée e in altre collezioni private, oltre che sul lavoro di M. Pétard “Les équipements militaires français”, opera di riferimento fondamentale in questo campo. In mostra ci sono anche due preziose alabarde originali, una di epoca Luigi XIV per la tenuta del Cent-Suisse, l’altra di epoca Luigi XVI per la Garde de la Manche,  cinque spade e due fucili originali del ‘700.

La mostra, nel corso del 2016, proseguirà alla Reggia di Caserta, a Versailles e a Londra.

Archivio di Stato – palazzo del Senato (via Senato, 10) – fino al 30 gennaio 2016

Informazioni: 02 7742161 | as-mi@beniculturali.it www.archiviodistato.beniculturali.it; orari: lunedì/venerdì 10.00-18.00; sabato, domenica e festivi 10.00-19.00; biglietti: adulti € 7, ridotti € 4.

Da lunedì a giovedì, alle 16.00, visita guidata con il curatore Gabriele Mendella al costo del biglietto d’ingresso; venerdì e sabato la visita guidata è alle 11.00.

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