Milano 19 Dicembre – “Milano è un caso addirittura sconcertante: con lo stipendio medio più elevato d’Italia (34.508 euro l’anno), è la provincia che registra il più basso livello di felicità percepita” Così riferisce Repubblica.it . Non so dove stia lo sconcerto se il milanese medio percepisce malessere, vista l’insoddisfazione diffusa per i vari disservizi, le tasse ossessive, l’inquinamento, il traffico, le periferie abbandonate ecc. ecc. Ma l’articolo continua cercando risposte più o meno sociologiche “Nel complesso, la relazione tra stipendi e felicità non ha l’andamento crescente che sembrerebbe naturale: al crescere delle retribuzioni medie, il livello medio annuo dell’indicatore di felicità tende anzi lievemente ad abbassarsi….Si potrebbero, a questo punto, scomodare teorie psicologiche, o qualcuno dei “paradossi della felicità” che economisti e sociologi hanno ravvisato negli ultimi decenni, o ancora rispolverare gli “insegnamenti della nonna”, che ammoniva a riporre eccessive attese di serenità dal benessere economico. Oppure, e più realisticamente, si può ricordare che la serenità non dipende solo dalle nostre disponibilità finanziarie, ma anche da diversi aspetti della nostra vita quotidiana che – come ci ricordava saggiamente la nonna – non si possono comprare: il sole, il cielo azzurro, vivere in un paese a misura d’uomo, respirare aria un po’ più pulita.”
E ancora, soprattutto, vivere in una città pacificata dalla giustizia sociale, dove le esigenze dei cittadini sono rispettate, dove le strade, i giardini, le scuole sono curate con una manutenzione continua ed efficace, dove c’è un Sindaco che ispira fiducia perché giusto e disponibile ad ascoltare. A Milano non succede.

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano