Milano 20 Dicembre – Stiamo sognando? Renzi contro la Merkel. La Banca d’Italia contro la Bce.
Sembra di sognare, ma è quello che giornali e televisioni rimbalzano con un’insistenza senza precedenti: improvvisamente tutte le grancasse dell’informazione si sono messe a suonare a una sola voce contro l’arroganza tedesca che vuole affossare l’Italia.
Meglio tardi che mai. Queste cose le stiamo ripetendo da due anni e l’ingiuria più carina che ci siamo sentiti rivolgere è quella di essere populisti; invece dicevamo la verità.
La Germania, camuffandosi dietro le istituzioni europee (Commissione e Bce), ha messo nel mirino il nostro Paese per congelarne la capacità competitiva; bene o male restiamo sempre la seconda manifattura d’Europa e, in molti campi, siamo i più importanti concorrenti delle aziende tedesche.
Ora se n’è accorto anche Renzi. Peccato che ormai l’accerchiamento sia completo. Dapprima le politiche di austerità che hanno indebolito il tessuto economico del Paese, poi l’occhiuta vigilanza sui conti pubblici con pesanti rampogne per ogni decimale di sforamento. Infine la corrida sulle banche: quelle italiane (Etruria, Cariferrara, Carichieti e Banca Marche) messe al tappeto e i risparmiatori rovinati; la banca di Amburgo, invece, salvata con soldi pubblici senza che nessuno si ribellasse. Le politiche dell’emigrazione hanno dato il colpo finale.
È emerso con tutta chiarezza che non contiamo assolutamente nulla nelle sedi comunitarie, trattati sempre come gli ultimi della classe, tranne quando ci sdraiamo a tappetino. Conseguenza dell’ossequio dimostrato alle sacre istituzioni comunitarie da Governi senza spina dorsale come quelli guidati da Monti e da Letta, talmente sottomessi da essere passibili di alto tradimento. Ora Renzi sembra essersene accorto e mostra di ribellarsi: sussulto di orgoglio nazionale o semplice mossa negoziale da mercante fiorentino?
Abbiamo il dubbio che la risposta giusta sia la seconda. Semplice “ammuina” per correre dietro all’insoddisfazione popolare per i continui sacrifici chiesti da Bruxelles. Ormai l’Europa è diventata una matrigna dove ci sono i figli (la Germania e il cerchio magico dei Paesi del Nord) e i figliastri del Sud (a cominciare dall’Italia e ad eccezione della Spagna che si è allineata).
Quanto potrà durare una Unione sempre più disunita? Per saperlo bisognerà capire se il Governo italiano è davvero intenzionato ad andare fino in fondo oppure si accontenterà del solito piatto di lenticchie.
Blog Ernesto Preatoni
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