Crac Banche: i correntisti fanno appello al Colle

Approfondimenti

Milano 21 Dicembre – È una guerra senza quartiere quella tra i risparmiatori che hanno perso tutto e l’istituto di credito dove custodivano i loro soldi, la Banca dell’Etruria e del Lazio. Da Montecitorio fino alla Leopolda passando per Bankitalia, le diverse sedi della camera di Commercio e le assemblee comunali, i correntisti che ritengono di essere stati truffati si riuniscono. Adesso puntano al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «A nome di decine di migliaia di famiglie vittime del decreto salvabanche e degli omessi controlli di Consob e Bankitalia, espropriati dei nostri sudati risparmi costati sudore, sacrifici e intere vite di lavoro per decreto del governo il 22 novembre 2015 – si legge nella lettera con cui i risparmiatori, insieme a Federconsumatori e Adusbef, chiedono di essere ricevuti al Colle – ci rivolgiamo a Lei, supremo garante della Costituzione, che all’articolo 47 tutela il risparmio». Le loro intenzioni vengono espresse chiaramente nel documento inviato a Mattarella: «Le chiediamo di essere ricevuti in delegazione per confidare ancora, con il risarcimento integrale dei nostri beni espropriati, nell’ordinamento costituzionale che deve salvaguardare con il risparmio, il bene comune e l’interesse generale». Insomma i correntisti non intendono subire passivamente i torti subiti e così organizzano incontri per associarsi e coordinarsi. Gli abitanti di Chiusi della Verna, ad esempio, si sono già riuniti alla presenza del sindaco e del legale di riferimento. Lunedì prossimo, presso la sede della Camera di Commercio di Arezzo, è stata organizzata un’assemblea. Il giorno seguente invece, i risparmiatori si incontreranno alla sede della Banca d’Italia, a Roma. Comitati e associazioni dei consumatori continuano a invitare i correntisti a chiedere alla Bpel copia dei propri profili clienti, così da poter denunciare l’accaduto andando dunque a ingrossare il fascicolo aperto dal procuratore capo di Arezzo, Roberto Rossi, in cui si ipotizza la truffa. Sul tavolo del magistrato c’è anche la richiesta del Codacons di sequestro preventivo dei beni della Nuova Banca Etruria.

Andrea Ossino (Il Tempo)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.