Milano 23 Dicembre – Tutto si può dire di Banca Etruria tranne che non sia stata una generosa greppia. Affari immobiliari, incarichi, consulenze. Nella relazione dell’ultima ispezione di Bankitalia (11 novembre 2014 – 27 febbraio 2015), acquisita settimane fa dalla procura di Arezzo (quello che ancora non è stato depositato è il verbale con la richiesta di sanzioni, che però non ha elementi di novità in termini di contestazioni ai manager), sono elencati una serie di “favori”. O, per usare il gergo dei tecnici di Palazzo Koch, «indirizzi strategici e interventi gestionali non in linea con la realtà aziendale».
Oltre al premio sociale di 2,1 milioni ai dipendenti «per il conseguimento di importanti traguardi», deliberato dal cda quando i bilanci erano già in rosso, e al «proliferare di consulenze e incarichi ad ex dipendenti e amministratori», spuntano anche un paio di operazioni immobiliari dubbie.
La prima è il riacquisto da parte di Banca Etruria nell’ottobre 2013 degli immobili in cui avevano sede la controllata Banca Federico Del Vecchio e due filiali, per 29 milioni di euro. Gli immobili erano stati ceduti nel 2010. Quando l’Etruria li ricompra, gli ispettori guidati da Giordano di Veglia notano una serie di anomalie, tra cui «le scarne motivazioni a supporto dell’opportunità del riacquisto, incentrate sul risparmio da 3 milioni di euro». In realtà, la dirigenza omise di segnalare le spese per le consulenze «stimate in 625 mila euro», né «vennero approfondite le ricadute dell’operazione sulla liquidità del Gruppo».
Addirittura, la Popolare rinunciò a un milione di euro di deposito cauzionale, come se i conti fossero floridi. Tra i destinatari della “benevolenza” c’è anche la Fondazione Ivan Bruschi, cui vengono concesse in comodato d’uso gratuito per trent’anni tutte le porzioni di Palazzo della Fonte. Non solo. L’istituto aretino decise di non metterle a reddito e «si accollò anche tutte le spese ordinarie e straordinarie».
Nel ventaglio dei favori, però, tornano spesso le consulenze. «Riserve di opportunità » sono espresse per il conferimento di due incarichi, uno da 1,1 milioni di euro alla Bain per una consulenza strategica, l’altro da 235 mila euro alla società Mosaico «per il supporto alle attività commerciali e culturali coordinate dalla direzione generale». Banca Etruria non dimenticava nemmeno i pensionati. «Nel periodo 2013/2014 – si legge nella relazione – sono stati corrisposti compensi per 355 mila euro a dipendenti in quiescenza a fronte delle collaborazioni prestate, in assenza di sistemi di misurazione delle performance».
Il procuratore di Arezzo Roberto Rossi, che entro l’anno sarà sentito dal Csm sulla consulenza con il dipartimento Affari giuridici del governo, ha incontrato gli investigatori della Guardia di Finanza per fare il punto sui tre fascicoli di indagine aperti, tutti per il reato di truffa. Mentre al momento sui manager di Etruria, compreso Pierluigi Boschi, pendono una serie di contestazioni amministrative, che non comportano l’iscrizione nel registro degli indagati.
Fonte Dagospia Fabio Tonacci (La Repubblica)
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