Milano 23 Dicembre – Pisapia fa il bilancio dei suoi cinque anni di amministrazione della città ed è contento, anzi soddisfatto. Non ha ripensamenti, nessuna autocritica, parla come un libro stampato di principi e valori universali realizzati, si sente un demiurgo che ha cambiato una città immobile, retrograda, stagnante. E davvero non si capisce come possa avere di sé e del suo fare un’opinione che ha la valenza dell’assoluto, della perfezione “Sono convinto di lasciare una città più sobria, ma anche più ricca, che ha messo insieme la solidarietà, con oltre 80 mila profughi accolti che scappavano da guerra e miseria. Un esempio di solidarietà concreta». Ma si chiama solidarietà e strategia d’accoglienza lasciare profughi e clandestini ammassati come animali alla Stazione Centrale nel degrado e in balia della carità della Croce Rossa? Si chiama solidarietà aver tagliato i fondi di sostegno per gli anziani e i disabili? Si chiama solidarietà aver privilegiato Rom e extracomunitari nell’assegnazione delle case in deroga lasciando i milanesi senza casa a vivere nei furgoncini o nelle macchine? Un concetto di solidarietà un po’ distorta. “Milano in questi cinque anni di amministrazione è diventata anche una città più libera e con maggiori diritti, una città che si è occupata del sociale dell’inclusione, dell’innovazione e dell’internazionalizzazione e che ha costruito una fiducia anche a livello internazionale”. La verità è che Milano è diventata una città oppressa dalle tasse, che ha rispettato i diritti dei gay prendendoli in giro con quel registro delle coppie illegittimo, che si è occupata dell’esclusione (non inclusione) dei milanesi poveri delle periferie, che non ha innovato un bel niente perché Pisapia non ha messo in campo nessun progetto degno di nota. E per quanto riguarda l’internazionalizzazione può ringraziare l’Expo e la creatività dei milanesi.
Qualcuno gli dica che il suo film è falso.
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Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano