Milano 28 Dicembre – La notizia non è delle più gettonate, ma ha una sua rilevanza. Dal Colle si muovono dubbi sull’opportunità di una commissione di inchiesta sul crack delle quattro banche, salvate dal Governo. La commissione è una proposta di Renzi per cercare di riguadagnare credibilità dopo l’affaire Boschi. Sarebbe vista meglio una commissione di indagine. La differenza è sostanziale, la prima soluzione ha poteri più estesi e sostanziali. Somiglia ad un tribunale. E questo vorrebbe dire invadere il giardino dei compagni magistrati. La seconda sarebbe qualcosa di meno, e soprattutto sarebbe compatibile con un affiancamento alle toghe. Una subordinazione, in realtà. Svetta poi come terza posizione l’idea di Casini di non fare alcunché. Troppi problemi, troppa platea mediatica per gli oppositori ed i disturbatori del conducente. Queste, al momento, le posizioni in campo. L’opposizione tace ed aspetta la mossa del Governo, come giusto che sia. Ma le cose, politicamente, stanno esattamente così? Io non credo.
La posizione del Governo, innanzitutto. Renzi ha compreso perfettamente che ci sono due piani, in questa vicenda. Uno politico ed uno penale. E non ha alcuna intenzione di lasciare giudicare sul primo i magistrati. Perché vorrebbe dire consegnare al fuoco delle toghe rosse materiale di ricatto da qui all’eternità. Se per impedire questo si deve interferire con le condanne del Clan Boschi, beh è un sacrificio che intende correre. Quanto poi al rischio che alle toghe si sostituiscano i Grillini, Renzi non lo teme. E bene fa. Di fronte ad un lavoro di testa, numeri ed intrecci il migliore che hanno è Sibilia, quello che crede che stampare danaro renda i popoli ricchi. L’unico punto debole di questo piano sono i partiti seri, tipo Forza Italia e Lega, che su quei numeri potrebbero costruire un assedio. Ma è qualcosa che il Nostro si sente di poter gestire. Di poter controllare. Quindi accetta senza alcun problema il rischio della contesa e sfida tutti al suo gioco. Come finirà nessuno lo sa, ma i tempi saranno giocoforza dilatati e nelle more si potrà sempre distribuire qualche prebenda, o riesumare Eurocredinord. Tanto per tenere buona la Lega.
La posizione dei due Presidenti è intermedia. A loro importa salvaguardare il sistema da chi vuol vedere dentro come funziona. Principalmente perché, sapendolo bene, questo farebbe crollare la fiducia degli investitori stranieri. Ma non nel Paese. La scusa dello spread è campata per aria, il valore è tenuto artificialmente basso da Draghi e non si alzerà più di tanto, qualsiasi cosa succeda. No, il vero problema è la tenuta del sistema clientelare che tiene in piedi lo Stato Sociale di questo paese. Per poter fare impunemente quello che volevano, i CdA delle Banche dovevano rispondere a criteri di condotta inflessibili. Per esempio finanziare Tizio, se la richiesta prendeva il canale giusto. Anche se Tizio era una pessima scelta. Anche se era palesemente idiota farlo. Questa intelaiatura di interessi è profondamente tessuta nel Paese e farla saltare porterebbe ad un salto nel vuoto. Che nessuno, oggi come oggi, intende fare. Quindi si indaghi, ma nella maniera più circospetta e tenendo i capisaldi del sistema fuori dalle aule, nella penombra dove meglio operano.
La posizione di Casini è più estrema. Non indaghiamo proprio. In vent’anni tutti hanno le mani della marmellata ed hanno lasciato impronte ovunque. Chiamare la scientifica serve solo a chi vuol entrare in cucina per la prima volta. Meglio rischiare l’accusa di insabbiamento che far sapere, esattamente, cosa si sta mettendo sotto il tappeto. Il cosa, peraltro, è un segreto di Pulcinella. E’ il fatto che lo Stato, parti di esso (fondazioni bancarie in mano a politici o amici degli stessi), aiutanti del medesimo (Cooperative e simili) ed imprenditori collusi che servono come faccia rispettabile del sistema, intermediano quai tutta la ricchezza prodotta. Il che renderebbe quasi appetibile l’idea di mandare tutto in malora come i Cinque Stelle vogliono, con reddito di cittadinanza, piani quinquennali e rieducazione forzata. Almeno il KGB non vuol essere ringraziato mentre strangola la tua libertà.
In tutto questo io spero che emerga una proposta liberale. Ce può essere una sola, impedire allo Sato di interferire nel sistema bancario, sciogliere le fondazioni e ritrasformare le Banche in imprese private a capitale di rischio senza paracaduti pagati dai soldi di tutti. Il problema è che a presentarla dovrebbe essere Brunetta…
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,