Milano 28 Dicembre – E improvvisamente fa chic, è à la page prendere l’aperitivo in periferia. Soprattutto per i radical chic che governano la città. Perché tra una patatina e l’altra, tra un sorriso finto e un saluto, lo slogan che si vuole trasmettere, attraversa l’emozione dell’incontro. Ed è tutta una scoperta, un ascoltare temi per cinque anni ignorati, dimenticati: è, signori miei, l’inizio di un lavaggio del cervello che già abbiamo constatato nel 2011. E così, a tempo di jazz, con un programma ricco di fuochi d’artificio, di colori e di false promesse, il tour dei candidati di sinistra ha predisposto incontri al Giambellino, a piazzale Baiamonti, in piazza Oberdan, piazzale Dateo ecc. ecc. Ma non si vergognano? Non si vergognano di rinnovare promesse per realizzare questo e quello nel prossimo mandato, dopo che hanno volutamente ignorato esigenze, necessità e problemi di una periferia abbandonata a se stessa, privilegiando categorie ben note? Evidentemente no. Evidentemente pensano che i milanesi delle case popolari, quelli a cui hanno ridotto i sussidi, quelli che devono convivere con l’insicurezza e la criminalità delle occupazioni abusive siano anche un po’ stupidi. Oppure la loro presunzione acceca ogni genere di buon senso e di senso dell’opportunità. Perché, e lo sanno bene, nelle zone popolose delle periferie si pescano voti a gò gò e qui deve essere la festa. Dire che è un tour strumentale è il minimo che si possa dire.
Per la cronaca e per chi avesse la curiosità di conoscere questi “fenomeni” della sinistra, Il Giornale riporta che, comunque, “hanno insediato il quartier generale della campagna in centro o lungo il perimetro di Area C. La Balzani ha aperto la sede del comitto in piazza Oberdan, il manager Expo Sala in piazza Baiamonti, l’assessore Majorino in via Santa Croce, a due passi dalle Colonne di San Lorenzo. Perché al cuore radical chic non si comanda.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano