Per la scienza i giochi ‘vintage’ battono quelli hi-tech: favoriscono il dialogo

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Milano 28 Dicembre – Meglio optare per i giochi di una volta: per favorire lo sviluppo dei più piccoli, i balocchi ‘vintage’ battono quelli hi-tech . Nella competizione tra giochi per l’infanzia tradizionali e giochi elettronici, infatti, escono vincitori i primi secondo uno studio americano pubblicato su ‘Jama Pediatrics’.

Mini-computer, telefoni per bambini, oggetti parlanti e tutti i giocattoli pubblicizzati per aumentare la capacità di linguaggio del piccolo finiscono per limitare l’interazione dei genitori con i figli, aspetto cruciale per lo sviluppo cognitivo del bimbo, sostengono i ricercatori. Un giocattolo che parla o suona frena lo scambio verbale tra mamma e bambino e il piccolo stesso emette meno vocalizzi rispetto a quando gioca con le costruzioni o sfoglia un libro.

Lo studio ha preso in considerazione 26 famiglie, per la maggior parte bianche e istruite. Gli scienziati pensano che i risultati potrebbero essere diversi con un campione più ampio e diversificato. I bimbi coinvolti avevano tra i 10 e i 16 mesi d’età. Il lavoro ha cercato di ‘catturare’ le interazioni genitore-figlio a casa loro, senza che i ricercatori fossero presenti a osservare la scena. Gli autori hanno fornito dispositivi di registrazione che sono rimasti accesi per 3 giorni, durante i quali mamme e bimbi hanno giocato con diversi tipi di giocattoli per 2 sessioni da 15 minuti l’una. I giochi usati sono stati elettronici (computer portatili per bambini, telefoni cellulari e fattorie parlanti), tradizionali (puzzle e costruzioni) e libri cartonati.

“La mia impressione è che nel caso dei dispositivi elettronici i genitori lascino il figlio libero di interagire con il giocattolo, restando in disparte”, spiega Anna V. Sosa della Northern Arizona University, che ha condotto lo studio ripreso dal ‘New York Times’. La ricerca si aggiunge alla mole crescente di lavori su giocattoli e libri elettronici che limitano gli scambi verbali tra genitori e figli.

“Quando si introducono questi device, mamme e papà smettono di parlare – conferma Kathy Hirsh-Pasek, professoressa alla Temple University, che non è stata coinvolta nello studio, ma ha riscontrato risultati simili con gli e-book e in generale con i dispositivi elettronici – Ciò che viene detto in questi casi è legato alle regole, per esempio ‘Non toccare questo’, o ‘Fai questo’, oppure nulla perché il giocattolo parla anche per loro”.

Sosa dice di essere sorpresa dai risultati ottenuti. Si sarebbe aspettata che alcune coppie genitore-figlio parlassero di più con un certo tipo di gioco e altre interagissero maggiormente con giocattoli diversi. Le conclusioni del lavoro, invece, parlano chiaro: quando vengono usati dispositivi elettronici, i genitori pronunciano in media 40 parole al minuto, con i giocattoli tradizionali 56 e con i libri 67. In presenza di device usano meno anche parole legate al gioco stesso, come per esempio ‘Questo è un salvadanaio’, oppure ‘Il granaio è rosso’, frasi pronunciate 4 volte più spesso con i libri e 2 volte più di frequente con i giochi tradizionali. I risultati non cambiano in relazione al sesso e all’età del piccolo e nemmeno in base alla loquacità dei genitori, sottolinea Sosa. (Adnkronos)

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