E’ il tempo di percorrenza, cronometro alla mano, che ci vorrà per raggiungere Genova da Milano in treno, cronometro alla mano.
Ce lo spiegano i governatori Toti e Maroni che hanno firmato una lettera per il ministro del Rio, chiedendogli uno sforzo per finanziare il supertreno veloce Mi –Ge, che collegherà le due città del nord in un tempo da olimpiade: un’oretta, o giù di lì. Roba da Usain Bolt ferroviere.…
“Milan l’è un gran Milan, varda lì el nebiun…” dice soddisfatto Roberto Maroni nella cabina di comando della “freccia padana”. Tra Milano e Genova, adesso in un’ora e una manciata di secondi.
E un giorno, chissà…
Ho viaggiato con Toti e Maroni dentro le modernissime carrozze verde blu della nuova freccia di Trenord che in un prossimo futuro, si parla a primavera, collegherà Genova a Milano. 6 corse al giorno: la focaccia al formaggio alla portata dei milanesi, a colazione.
Un porto sul mediterraneo raggiungibile in metropolitana. I genovesi dalla spiaggia catapultati a fare shopping nel quadrilatero.
“Via, più veloce della luce” commenta Maroni nella cabina di comando.
Accanto, ha due tecnici manovratori che tagliano la nebbia: lanciano il treno a 155 km orari, velocità di crociera: ma sembra di galleggiare nella ovatta, tra Tortona e Pavia.
”Eccolo là, il lago di Milano” dice, e ferma il treno nella nebbia fitta, dentro alla quale pare galleggiare la città lombarda. Siamo a uno svincolo che andrà in futuro modificato con opportune opere ferroviarie: un groviglio, un gomitolo di binari, Tortona.
Chiedo a Toti come vorrà chiamare questa nuova freccia che collegherà in uno sputo di tempo le due regioni del nord.
“ Chieda a Roberto, non so…. forse la freccia padana” ammicca Toti.
E gongola: “ Oramai Milano e Genova sono una unica grande città, che all’orizzonte si vede il mare, e se ci si volta, quando il cielo è azzurro, si vedono le Alpi.”.
Poi si appisola nelle comode poltrone del treno.
Un soffio di chilometri, ed è già Rogoredo. Un’ora e dieci minuti fa siamo partiti dalla stazione Principe di Genova.
Una metropolitana, non un treno.
Toti e Maroni, i macchinisti, i funzionari di Trenord, le segretarie, gli steward scendono in Centrale, li attende un set da cinema.
Centinaia di flash di fotografi, telecamere di reporter, ressa, curiosi, la stampa zerbino allibita, qualche viaggiatore, turisti, homeless, clandestini, borseggiatori, polizia. Nemmeno l’ombra di Pisapia. E’ in lutto. Lacrime di smog: forse sognava Milano Genova in bicicletta o con il car sharing..
”Si volti Toti, si fermi, Maroni sorrida, ecco prendetevi sottobraccio, alt, avanti, indietro…fermi così….un sorriso” urla Maurizio Maule, reporter della Fotogramma, che si improvvisa regista. Sembra Cimino sul set di Cancelli del cielo. Ma siamo solo nella realtà. Spintoni, grida, sgambetti tra i reporter che bazzookano raffiche di flash.
È stata l’inaugurazione di un progetto. Prossima fermata del metrò leggero Milano Genova: il futuro.