Milano 2 Gennaio – Sarà per gli occhioni sgranati in un viso austero con qualche lampo di sorriso, sarà per quel vezzo di giocare a fare la ritrosa che nasconde ambizione personale e sicurezza al limite della presunzione, sarà infine per quell’aria di sfida da prima della classe che non riesce a nascondere, ma Francesca Balzani, dopo la candidatura a Sindaco, sembra ogni giorno di più una vispa Teresa che grida giuliva “L’ho presa! L’ho presa!” La candidatura, s’intende. Perché le Primarie saranno una battaglia durissima, all’ultimo sangue, a chi le spara in modo più convincente, a chi avrà raccattato segmenti di “popolo” più numerosi, nel segno di un ecumenismo farlocco, ma suadente e zuccheroso di parole care all’anima di sinistra. E il programma è l’enunciazione di una filastrocca che viene narrata dal 2011, nel segno di una continuità arancione, con qualche sprazzo di rosso, giusto per ammorbidire quei PD che hanno già scelto Sala, ma potrebbero ripensarci. Magari per amore di Pisapia che tanto le vuole bene. Perché la vispa Balzani vuole “Una Milano orgogliosa di una bella esperienza che ha costruito le basi per proiettarci verso il prossimo decennio” (Decennio? ) Ambientalista convinta, decisa a fare di Milano, una città policentrica, vuole “superare la contrapposizione centro/periferia per sviluppare una città con più centri vitali, nei quali investire per il recupero degli edifici e dei servizi al cittadino, per l’aumento delle aree verdi e delle attività culturali” Belle parole, ma la contrapposizione chi l’ha creata? Chi ha abbandonato le periferie? Chi non ha ascoltato la voce dei comitati che hanno gridato il disappunto per il degrado e i disservizi? E’ questa “la bella esperienza” da cui vuol partire per continuare l’opera di Pisapia? E la filastrocca si espande, proponendo l’ampliamento dell’Area C e arcipelaghi pedonali, chissà dove. Con grande soddisfazione, immaginiamo, dei malcapitati commercianti interessati e degli automobilisti. Ma, forse, un pensierino ad un incremento delle possibili multe c’è, tanto per far quadrare meglio il bilancio. E si farà una bella Moschea perché Milano “città Mondo”, è capitale dell’integrazione. (sic) Ma la vera novità della filastrocca è la valorizzazione della movida, con un assessorato ad hoc. E già si parla per l’incarico di Luca Gibillini (SEL), difensore della movida ma protagonista di accese liti con i comitati di quartiere. E non è ancora chiaro se l’assessorato in questione farà esplodere Milano di rave party o si limiterà a chiudere gli occhi quando i Centri Sociali promuoveranno feste in ogni dove. Il dubbio è più che legittimo, considerato che il bel Limonta, ha assistito come un angelo custode la vispa Balzani durante tutta la gioiosa presentazione del programma. Per dire che il matrimonio Balzani-Centri Sociali è stato consumato.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano