Milano 5 Gennaio – Nel 2014 i pensionati erano 16,3 milioni e hanno percepito in media un reddito pensionistico lordo di 17 mila e 40 euro, 400 euro in più rispetto al 2013. Le donne sono il 52,9% e ricevono mediamente importi di circa 6 mila euro inferiori a quelli maschili.
Scende ancora il numero dei pensionati in Italia e, in termini assoluti, la diminuzione più rilevante si riscontra tra i pensionati di vecchiaia, circa 102 mila in meno in un anno, tra il 2013 e il 2014. Segue il calo dei pensionati per invalidità (74 mila in meno). Più contenuta invece la diminuzione dei percettori di pensioni indennitarie, mentre sono in aumento i pensionati sociali (+18 mila circa) e quelli d’invalidità civile (+22 mila). Nel complesso, tra il 2013 e il 2014, il numero di pensionati scende di 134 mila unità, da 16.393.369 del 2013 a 16.259.421 del 2014.
E’ quanto ha tracciato l’Istat in una indagine dedicata alle condizioni di vita dei pensionati, che integra i dati dell’Inps con quelli dell’indagine campionaria sui redditi. In media, i pensionati italiani ricevono un assegno netto di 1140 euro al mese, e cioè 13.647 l’anno: ciò riguarda sempre secondo l’Istat la metà degli italiani iscritti al sistema previdenziale e che hanno smesso di lavorare per aver raggiunto i limiti d’età. “Tenendo conto di tutti i trattamenti, la metà dei pensionati percepisce meno di 12 mila 532 euro (1.045 euro mensili)”.
Nonostante l’importo possa apparire esiguo, sono proprio le famiglie che ricevono un assegno pensionistico e cavarsela meglio rispetto a coloro che non posso godere della copertura di un nonno. Il rischio povertà in questo caso è infatti del 22,1%, contro il 16% dei nuclei famigliari dove c’è un pensionato.
Tuttavia c’è una differenza di genere: le nonne incassano in media 6mila euro l’anno in meno rispetto ai nonni. L’importo medio annuo per gli uomini, sempre in termini lordi, è infatti di 20 mila 135 euro, mentre per le donne si ferma a 14 mila 283 euro. D’altra parte, si legge nel rapporto dell’Istat, “le pensionate che ricevono integrazioni al minimo sono 2,9 milioni, l’81,4% del totale, un numero di oltre quattro volte superiore a quello degli uomini (673 mila)”.
Il rischio di povertà è invece elevato tra “i pensionati che vivono soli(22,3%) o con i figli come genitori soli (17,2%); la situazione è più grave quando con il proprio reddito pensionistico il pensionato deve sostenere anche il peso di altri componenti adulti che non percepiscono redditi da lavoro: circa un terzo di tali famiglie (31,3%) è stimato essere a rischio di povertà”.
Ad ogni modo l’Istat rileva che il numero dei pensionati sta calando e la diminuzione più rilevante si riscontra tra i pensionati di vecchiaia, circa 102 mila in meno in un anno, tra il 2013 e il 2014.
Il grado di istruzione fa la differenza, almeno se si guarda agli assegni da pensione. “Se il pensionato possiede un titolo di studio pari alla laurea, il suo reddito lordo pensionistico (circa 2.490 euro mensili) è più che doppio di quello delle persone senza titolo di studio o con al più la licenza elementare (1.130 euro)”. (L’Huffington Post)
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