Milano 5 Gennaio – L’aria respirava la pace. Il silenzio accompagnava il sonno delle voci e dei suoni. Una neve candida e leggera danzava la sua ninna nanna ai bambini, prima del risveglio. Nel sogno il canto: “Dal cielo tutti gli Angeli / videro i campi brulli / senza fronde né fiori / e lessero nei cuori dei fanciulli / che aman le cose bianche / Scossero le ali stanche di volare / ed allora discese lieve lieve / la fiorita di neve” (Umberto Saba). E imbiancò le strade, le case, i gerani rossi al balcone, le foglie dei ginepri, il pino nel cortile e l’alba sorrise di rosa su quel candore totale, abbagliante.
“Mamma, mamma, gli Angeli hanno pianto nel cielo: è arrivata la neve!” – esclamò eccitata Nennolina e corse a giocare, spensierata e felice, bambina e tenera, negli occhi lo stupore e la gioia. Ma un batuffolo capriccioso le solleticò il naso e poi il viso e poi le mani, quasi un vortice di farfalle impazzite via via a rincorrersi e a rincorrere un sogno, chissà.
Perché hai aspettato tanto tempo ad arrivare? – chiese Nennolina.
«La neve ha il compito di creare l’incanto, di divertire i bambini come te, di dare gioia agli uomini e allora, in cielo, non mi permettono di volteggiare in primavera o in estate. L’inverno e il freddo sono le condizioni naturali per me. Ma poi sono libera di danzare nell’aria, di innevare le montagne, i paesi, ogni piccola o grande cosa del mondo, senza distinzione».
Perché sei così bianca?
«Sono bianca perché sono luce e cristallo, purezza e magia. Sono il fiore del cielo che gli angeli offrono alla terra, un fiore uguale per tutti, un dono di silenzio e di pace».
Nennolina cercava di capire il mistero e giocava, giocava… correndo e rincorrendo, per trattenere quel fiore così fragile, così bello. Ma la neve volava e ancora volava in un gioco di cui non capiva il senso. E poi si posava, forse un po’ stanca, come polvere soffice e lieve a ridisegnare un mondo incantato. E lo stupore vestiva di fiaba le cose e l’emozione era un nodo alla gola e il silenzio il testimone di tanta bellezza.
Ma chi sei, misteriosa neve?
«Sono la magia dell’inverno, la poesia del cielo, , il sogno del Paradiso, l’illusione dell’uguaglianza, la pulizia dei sentimenti, il brivido del silenzio, la fragilità del mistero, la libertà nel vento, la custode gelosa dei semi nella terra, un pennello che dipinge un affresco incantato dell’universo. Accarezzo la vita con la bellezza, mi inebrio dello sguardo dei bambini, mi sciolgo di tenerezza al sorriso degli uomini. Ti voglio cantare una filastrocca – D’inverno, quando cade / la neve e imbianca il prato / e nasconde le strade / col suo manto gelato / ai bimbi, avventurieri / dal cuor senza paura, / non servono sentieri / per tentar l’avventura / marciano arditi dove / la nevicata è intatta / aprendo strade nuove / nel deserto d’ovatta. / (Ma l’orme dei piedini / la neve serberà / per guidare i bambini / a casa, quando mamma chiamerà)” (Gianni Rodari)»
Nennolina era estasiata e rivolse alla neve l’ultima preghiera. Costruirò un pupazzo di neve, grande e bello. E il pupazzo avrà un cappello e una sciarpa rossi perché tu possa distinguerlo, ma tu puoi regalargli un cuore?
«Il suo cuore è nelle tue mani, nell’amore con cui gli darai la vita».
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano