E’ intervenuto lo Stato. E la Cina è crollata nuovamente

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Milano 8 Gennaio – E chi lo avrebbe mai detto, eh? Essì, signora mia, arriva lo Stato, stabilisce quale sia il problema (non si esporta abbastanza), decide quale sia la migliore soluzione (svalutare la valuta nazionale) e la mette in pratica. Il sogno di ogni interventista Statale. Un intervento nemmeno troppo esteso. In risposta a delle pressioni esterne. Direi un complotto. Ecco, una giusta risposta di un serio Stato che protegge le Borse dai cattivi finanzieri a Stelle e Strisce. Il sogno degli Statalisti di Destra. Ma ha anche bloccato i profitti, salvato i salari e protetto i lavoratori. Come sognano gli Statalisti di Sinistra. Una mossa che avrebbe dovuto suscitare 92 minuti di applausi dall’intero arco Parlamentare. Ed il giorno dopo, ecco la prova. Loro salgono e tutti gli altri crollano. Visto? Un intervento statale nell’economia non ha mai fatto male a nessuno, hanno spuntato per bene le unghie a quegli squallidi approfittatori degli speculatori. Poi. Poi, dopo aver ignorato la realtà, le conseguenze di averla ignorata divampano. Oggi la Cina ha chiuso le Borse per fuga massiccia di capitali. Perchè, incredibile ma vero, il problema non era il valore dello Yuan. In vero, non era nemmeno l’esportazione di per sé. Il problema, scusate se mi ripeto, è che l’economia Cinese ha un problema di salari. Troppo alti. E competenza dei lavoratori. Troppo bassa. Come si risolve questo? In primis rimuovendo la regolamentazione e poi ripristinando una vera libertà economica. Come si fa ad allontanare qualsiasi speranza di ripresa? Facendo esattamente tutto e solo quello che il Governo Cinese sta facendo. Stampare moneta abbassa artificialmente il costo delle merci e porta ad una alterazione del mercato, comprimendo le esigenze di rinnovamento strutturale e premiando le ditte che non innovano. Insomma, quello che qui abbiamo vissuto nel ventennio 72-92, che ha inchiodato il nostro paese e tutt’ora zavorra. Stampare ha inoltre l’effetto collaterale di incentivar le velleità inflazionistiche di tutto il resto del Mondo, in una corsa verso il baratro degna delle leggende sui lemming. La verità, la grande e solenne verità di cui tutti, Soros compreso, si stanno rendendo conto è che la Cina non ci ha trainati fuori dal pantano della crisi del 2008. ci ha illuso di averlo fatto. Ci ha venduto la speranza di averlo fatto. Ma siamo ancora, siamo sempre di più e non ci muoviamo affatto da là.

I segnali c’erano tutti, in primis sulla fiducia e sulla produzione Tedesca. C’era un ristagno nell’aria, appena intravisto, eppure inspiegabile. Contemporaneamente ad Ovest la fine del lo Stampa-Che-Ti-Passa tardava sempre di più. La Cina che non dava alcun segno di miglioramento. Ed ora questa crisi, sedata dal Governo, che così facendo ha spostato solo in avanti il vero problema che travolgerà Pechino. La bolla immobiliare. I Cinesi, come tutti i Keynesiani, quando non sanno che altro fare costruiscono. Ma il valore generato da queste cattedrali è effimero, eppure regge sulle sue spalle l’intero Regno Cinese. Se dovesse crollare della Cina che conosciamo non rimarrà più nulla, potremmo persino assistere ad una destabilizzazione violenta del Governo. Fare le previsioni è arte complessa, soprattutto quando riguarda il futuro, diceva un uomo saggio.

Eppure qualche volta ci si azzecca. Di solito succede quando si applica il buon senso. Ed il buon senso dice che puoi ingannare un piccolo numero di persone per sempre, tutti per qualche tempo, ma non puoi ingannare tutti per sempre. Ed, in estrema sintesi, questo è quello che è successo, la Cina non può ingannare oltre il resto del Mondo. Sta crollando. Cosa succederà domani è un mistero, ma questo fatto è sempre più chiaro e lampante a chi vuol vedere.

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