Di Claudio Bernieri
Milano 10 Gennaio – E’ un canto struggente in aramaico, l’antica lingua mediorientale che ancora oggi si parla in alcuni villaggi tra il Libano e la Siria. Forse un canto che intonavano Gesù stesso e i suoi apostoli e che venne ripreso dalle prime comunità cristiane.
Oggi lo si canta a Damasco, ad Aleppo, a Beirut, nelle comunità cristiane sparse in Iraq, fino tra i cristiani caldei in Persia…
Gesù parlava questa lingua, e il canto, “la Preghiera del signore”, è sopravvissuto misteriosamente fino ad oggi.
Una melodia antichissima.
La cantante folk libanese Abeer Nehme, cristiana maronita, la intona in una commovente celebrazione nella chiesa dei santi Pietro e Paolo, tra i rifugiati cristiani in Svezia.
Una nostalgia struggente ma anche un canto di speranza: le parole del Signore in aramaico richiamano la sua predicazione sul monte degli Ulivi. Il testo in aramaico, la lingua di Gesù, propone probabilmente la prima versione del Padre Nostro.
Abber Nehme ce la propone in questo video che attraversa i secoli e ci riporta ai tempi apostolici: Gesù cantava proprio così.
Abwoon d’bwashmaya
Nethqadash shmakh
Teytey malkuthakh
Nehwey tzevyanach
aykanna d’bwashmaya aph b’arha.
Hawvlan lachma d’sunqanan yaomana.
Washboqlan khaubayn aykana daph khnan shbwoqan l’khayyabayn.
Wela tahlan l’nesyuna
Ela patzan min bisha.
Ameyn