Milano 12 Gennaio – L’accoglienza profughi a Milano è stata, come già riferito da questo giornale, una tragedia di disorganizzazione, improvvisazione e vergogna, nel segno di un’apertura totale che spesso ha violato i diritti dei senzatetto locali. E’ inutile ricordare gli accampamenti in Stazione Centrale, gli smistamenti nei dormitori a scapito degli italiani e ancora inutile sottolineare l’opera benemerita della Croce Rossa e dei volontari, perché senza la loro buona volontà, le figuracce da paese che non sa gestire l’emergenza profughi sarebbe stata anche peggiore. Inutile, soprattutto, evidenziare ancora una volta come la Giunta attuale non abbia saputo mettere in campo una strategia articolata, spendendo nel contempo un mare di soldi. Premesso quanto sopra, suonano davvero stonate le parole di Piapia riferite ieri dal Corriere “Milano sul tema dell’accoglienza ha dato un segnale forte di assunzione di responsabilità senza guardare al consenso. In questi ultimi due anni la città ha accolto, insieme al terzo settore, oltre 84 mila persone che scappavano dalla guerra, di cui 11.400 erano bambini”. E bisogna evidentemente capire che cosa si intenda per “segnale forte”. Interpellato dal Corriere Riccardo De Corato spiega: «Il segnale che ha dato la Milano arancione sui migranti è quello dell’entrate tutti, pagano gli italiani. Pisapia parla di 84 mila persone accolte, ma non ne dice il costo. Dal 2011 a oggi il Comune ha speso più di 53 milioni di euro per gli immigrati: sono soldi statali (quindi di ciascuno di noi!) che l’amministrazione arancione ha scelto di spendere per accogliere tutti, profughi e no». «Per l’emergenza Nordafrica dal settembre 2011 al marzo 2013 sono stati spesi 23.836.827 euro, poi, a partire dall’ottobre 2013, è arrivata l’emergenza Siria, che ha comportato una spesa di 29.319.371 euro. Ecco il “segnale forte” del centrosinistra milanese. Ecco come è stato gestito il flusso: porte aperte e soldi a palate». Il “segnale forte” è quindi da intendersi come “salasso autorizzato” agli italiani? Considerata la gestione disastrosa, davvero sono stati necessari tanti soldi?
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano