di Claudio Bernieri
Milano 12 Gennaio – Ma esiste un look radical chic? Tra le tanti tribù metropolitane che fanno tendenza, dal punkabbestia etno consapevole coi danè di papà alla femministota social e al truzzo del Leonka, il duo Balzani & Pisapia, come Bonny & Clyde, come Meneghin & Cecca, impazza e fa sognare gli stilisti engagé: e offre nuovi spunti per le prossime sfilate di Milanovendemoda. Lui, il piacione elegante in cachemire, il moderatino abatino scettico blu con la erre moscia e il ciuffone imbiancato da vitellone accanto a lei, la orsolina in carriera, la suora Chanel, la minimalista tributarista in stile monaca di clausura … li vedremo sfilare in collezione? Insieme, sembrano interpretare al meglio questa nuova specie di radical ridens. Sfileranno per Aspesi ? Per Krizia?
Uno stile che intanto ha tre correnti di pensiero: la versione british, con sciarpe scozzesi, lana, tweed, cachemire, montgomery ( Pisapia, Gad Lerner, Scalfari, De Benedetti, ) la versione Nosferatu (Ambrosoli, Doria, Marino, De Magistris ) e quella un poco ermafrodita, da descamisada damazz dei salotti viola, da cyborg Barbarella che la candidata sindaco Balzani interpreta da sempre.
Balzani & Pisapia: sembrano usciti dallo stampino della zecca della Banca Etruria, superottimisti e ben vestiti: stanno spopolando nel mercato del look political correct. Lei, quasi sciacquetta con i suoi eterni jeans e la camiciola bianca, capello corto alla Rossellini, viene dalla piccola bielorussia genovese, dove il marchese rosso Doria ostenta viso triste, terreo, consapevole che la rivoluzione sandinista cubana vietnamita e arancione non sono state gran che. Lei, radicaletta magrissima e chiccosa ostenta il blu e il nero Aspesi, monili etno meticci, scarpe Church, mai pelliccce, mai eskimo. Se va al Giambellino mette il chiodo, se parla alla stampa indossa un dolce vita montanelliano. Capi di lana irlandesi sempre abbinate allo sciarpino tibetano viola e alla coroncina equosolidale di perline regalata da Alex Zanotelli, o al rosario con la falce e martello regalato dal cappellano delle Br, don Gallo buonanima. Giacche di velluto blu , o arazzate con colori rinascimentali, dai quali esce il lungo collo da cigno senza collane. Sembrerebbe ermafrodita, eppure ha avuto tre bebè.E piace ai salotti del bon ton. Il viso consapevolmente appassito alle marce delle pace di Assisti, ma ridens, da volontaria alle mense della Sant’Egidio catering. Gioconda triste, sorride sempre ma con amarezza, come se portasse il lutto per la caduta del Muro di Berlino e la chiusura degli hotel Gulag. Un sorriso dentale, cavallino, che pare lo spot del Dr. Dentist .
Sì, è il suo riso superdentale prestampato che affascina le dame dei salotti bene.Tra l’autostima e il lutto, e molto post Gioconda. E poi il capello rigorosamente corto, ossigenato bianco mozzarella di bufala che fa moda. Apposta tenuto corto per indossare il chador di Dolce e Gabbana o il burqa di Benetton e visitare la moschea all’angolo che fa tanto bene all’ambiente e non inquina. Ovviamente la radicaletta chic androgina parlerà con bon ton, intonando il famoso birignao con cadenza alla Jovanotti, a cappella. E dirà Allah Akbavvvvv, arrotando la erre moscia. I must, allora, per le fans: jeans slavati ma mai sotto il bacino, scarpe basse da portare senza calze: niet ai tacchi, ma solo camicetta bianca da novizia dell’ordine di santa Teresa di Calcutta, quasi mai da abbinare al chiodo renziano ma con un anellone con gemma che ostenta con nonchalance, se mai andasse a comiziare al Cantiere.
Un po’ Maria Goretti un po’ regina Antonietta che dice ai poveri emigranti: mangiate brioches.Piace.
Una androgina damazz descamisada e francescana che si prepara alle primari, ex popolo viola, ex arancione, ex girotondina, ex se non ora basta, ex arcobaleno ora rifatta in tintoria: sfoggerà a comizi capi firmati-non firmati, borse Gucci e Vuitton original – non original e ostenterà nelle foto e nei manifesti il suo marchio di fabbrica: quel suo speciale sorriso dentario che pare una smorfia ridens di lotta e di governo, di casta e di salotto. Una Virni Risi dell’ultrasinistra, che con quella bocca può dire ciò che vuole: …Niente boccuccia con rossetto, niente taylleur alla Frau Merlel, né reggiseni a balconcino come la Boldrini che sembra una diva della danza del ventre libanese, né falcate sui tacchi a spillo alla Boschi, la Pampanini del centro sinistra. Rigore, austerità, chesseffapercampà.
Meglio un look dimesso, in bilico tra la Serracchiani la Bindi e Aldo Moro, dal sesso indefinito, per non offendere i tanti trans che voterebbero per lei.
Petto piatto, funerea abatina riden , a volte depressa come se indossasse un cilicio sotto la gonna di Burberry per compiacere il companero papa Francesco. Sempre attenta al birignao equosolidale di casta e di salotto. Dea dei giovin signori del Pd. Niente cocorite tuca tuca nel suo staff, nessun Lapo Elkann a dipingerle l’auto, tanto lei va solo in bicicletta: ma consapevole che nessuno intonerebbe per lei: “Ma dove vai, bellezza in bicicletta”, canzone lanciata dalla Pampanini. La damazz sciuretta Balzani scarpetta nelle periferie come una gattara va all’alba, elargendo il kit kat ai micioni solitari nei giardinetti: e quattro gatti sempre la applaudono.
Niente a che vedere con il candidato Majorino, bolso, pastasciuttaro, con loffie felpe, barba incolta, uno scariolante puro.
La casta androgina damazz Balzani invece punta sugli emigranti: propone il voto agli emigranti, il buono-casa per gli emigranti, il buono- spesa per gli emigranti, il buono-albergo per gli emigranti, e chissà, un giorno, anche il buono-sesso per i single musulmani che non vanno a rimorchiare al supermercato di viale Papiniano e sognano di stuprare le milanesi in viale Padova. Il buon senso è assente dal progetto della Balzani. Un’idea Balzana votare la candidata sindaco ridens: incerta la sua nomination al reality show “ Le Primarie in prima serata”. Futuribile invece come modella alla nuova collezione Chanel fru fru primavera estate, per rubare applausi al compagno Beppe Sala, testimonial della collezione Volta & Gabbana.