Milano 15 Gennaio – Parole, parole, parole in libertà. Come sempre nella sinistra le parole valgono più della realtà, più delle azioni, più delle manifeste contraddizioni. Il cabaret delle Primarie irrompe nei teatri, nei media con i colori di un immaginario da alieni e Zelig impallidisce al confronto. E dall’esterno, dalla parte di chi assiste lo spettacolo può essere anche divertente, ma il nuovo vento che spira puzza di invidia, di rabbia repressa, di competizione degenerata. E gli insulti si sprecano tra i protagonisti, l’un contro l’altro armato, divisi su tutto ma uniti da un’ambizione personale che sa uccidere l’avversario nemico, con quell’abitudine molto di sinistra di misurare il DNA, la storia, le azioni pregresse. Al cabaret con un canovaccio recitato male, infarcito di colpi bassi, di promesse aleatorie, oggi fa il controcanto la tragedia dell’immobilismo di una Giunta che porta in Consiglio divergenze, rivalità e vecchi rancori. Senza vergogna. Senza rispetto per Milano e per i milanesi. Le faide, le liti, gli scontri hanno sostituito l’amministrazione della città. Ma ci sarebbero ancora da fare molte cose: riforma dei consigli di zona, regolamento dell’uso del verde, regolamento della pubblicità e, non ultimo, il bilancio. Pisapia, serafico, si affida alle parole per rassicurare, per dare come sempre, l’immagine di una realtà che non esiste “E’ un bene che nelle primarie emergano le differenze tra le proposte, i programmi e anche i diversi orientamenti politici dei soggetti in campo. Questo però non incide nel lavoro quotidiano della giunta, ogni giorno mi confronto con gli assessori sui temi di loro competenza per proseguire quanto abbiamo fatto finora per il bene della città”. E il suo personalissimo film di fantascienza continua. Quasi che, come è spesso sua abitudine, le bugie dette con convinzione, possano sostituire la realtà dei fatti.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano